Condotta Aziendale (istruzioni per l'uso)
Le sacche di inefficienza sono parte di qualsiasi ambiente lavorativo, in qualsiasi settore, non è una novità di questi tempi, ma indubbiamente in questi periodi di magra economica incidono in maniera significativa.
Vi anticipo già da subito che il ragionamento sopratutto nelle esternazioni matematiche non è di immediata o facilissima comprensione, ma purtroppo per poter analizzare dati è necessario ricorrere a qualche calcolo.
Parliamo dunque della società nella quale attualmente operiamo, Almaviva Contact; il ragionamento di seguito prenderà come base di calcolo la popolazione lavorativa impiegata in una commessa, parliamo quindi di 700 unità, per comodità, ovviamente poi può essere applicato con le dovute proporzioni a tutto il sito ed in generale all'intero andamento aziendale.
Vi anticipo già da subito che il ragionamento sopratutto nelle esternazioni matematiche non è di immediata o facilissima comprensione, ma purtroppo per poter analizzare dati è necessario ricorrere a qualche calcolo.
Parliamo dunque della società nella quale attualmente operiamo, Almaviva Contact; il ragionamento di seguito prenderà come base di calcolo la popolazione lavorativa impiegata in una commessa, parliamo quindi di 700 unità, per comodità, ovviamente poi può essere applicato con le dovute proporzioni a tutto il sito ed in generale all'intero andamento aziendale.
Innanzitutto sfatiamo un "mito", per adesso è un periodo convulso, siamo in regime di contratto di solidarietà, panico generale, preludio di licenziamento, famiglie sull'orlo del disastro (tenete sempre a mente che non voglio sminuire il momento di gravità economica e di mercato), ma teniamo per un attimo i piedi per terra, sapete in definitiva cosa "recupera" la nostra azienda con i contratti di solidarietà?
Una domanda semplice, cioè l'assunto è questo, se vero come è vero che l'azienda adotta uno strumento ammortizzatore per superare un momento di crisi, o per avere un attimo di respiro in un mercato oscillante, in definitiva in termini economici e di forza lavoro si può quantificare quanto sia largo questo respiro?
Parlando di 700 operatori, in termini di forza lavoro recupera 5 minuti cadauno, in termini economici circa 350.000 euro.
Vi sembrano affermazioni "strane" o campate in aria?
Ve lo dimostro...
Una domanda semplice, cioè l'assunto è questo, se vero come è vero che l'azienda adotta uno strumento ammortizzatore per superare un momento di crisi, o per avere un attimo di respiro in un mercato oscillante, in definitiva in termini economici e di forza lavoro si può quantificare quanto sia largo questo respiro?
Parlando di 700 operatori, in termini di forza lavoro recupera 5 minuti cadauno, in termini economici circa 350.000 euro.
Vi sembrano affermazioni "strane" o campate in aria?
Ve lo dimostro...
Sullle commesse che ho preso a riferimento (le chiameremo per stare tranquilli X e Y) abbiamo un riferimento di 700 operatori, calcoliamo per ipotesi (abbastanza aderente alla realtà) che la percentuale di solidarietà si aggiri intorno al 33%, sviluppiamo un semplice calcolo su base oraria.
RETRIBUZIONE ORARIA
RETRIBUZIONE MINUTO
PERCENTUALE SOLIDALE
RECUPERO ECONOMICO
RETRIBUZIONE MINUTO
PERCENTUALE SOLIDALE
RECUPERO ECONOMICO
€ 8,00
€ 0,15
33%
€ 2,64
€ 0,15
33%
€ 2,64
Quindi quello qui sopra è un semplice calcolo su base oraria dei soldi che l'azienda risparmia sulla base di 700 operatori 3 livello con contratto di solidarietà al 33%.
Sia sottointeso un punto, quando utilizziamo il termine "risparmia", lo equipariamo al termine "rientra", in quanto parte del contributo INPS pagato al lavoratore (il famoso 80% di integrazione) lo ha già pagato l'azienda stessa (non essendo in deroga) con versamenti annuali, a copertura proprio di situazioni di questo genere.
Sia sottointeso un punto, quando utilizziamo il termine "risparmia", lo equipariamo al termine "rientra", in quanto parte del contributo INPS pagato al lavoratore (il famoso 80% di integrazione) lo ha già pagato l'azienda stessa (non essendo in deroga) con versamenti annuali, a copertura proprio di situazioni di questo genere.
Quindi moltiplicando questo dato orario per una popolazione di part time 50%, per i giorni lavorativi effettivi, per l'intera popolazione abbiamo:
[(€2,64 * 4) * 20] * 12 = € 2.530,00
Moltiplichiamo infine il dato del singolo operatore per la base presa in esame (ovvero 700 operatori) ed avremmo € 1.771.000 (un milione, settecentosettantuno/00).
[(€2,64 * 4) * 20] * 12 = € 2.530,00
Moltiplichiamo infine il dato del singolo operatore per la base presa in esame (ovvero 700 operatori) ed avremmo € 1.771.000 (un milione, settecentosettantuno/00).
Obiettivamente sembra una cifra esorbitante ma in definitiva ci riferiamo all'importo che l'azienda dovrebbe pagare come paga lavorativa di 1 ora e 20 minuti di lavoro nell'arco di una giornata (4 ore lavorative) a 700 operatori per un anno.
Adesso affianchiamo a questo ragionamento un altro dato, prendiamo sempre in esame la stessa popolazione durante l'arco della giornata lavorativa e vediamo facendo due conti, quanto in regime di lavoro normalmente svolto e retribuito, l'azienda "perde" in termini di inefficienza, ovvero di cattiva "condotta aziendale"
INIZIO TURNO
TEMPO LAVORATIVO 2H
PAUSA 626 (15 MINUTI)
TEMPO LAVORATIVO 2H
FINE TURNO
TEMPO LAVORATIVO 2H
PAUSA 626 (15 MINUTI)
TEMPO LAVORATIVO 2H
FINE TURNO
15:00
15:00 / 17:00
17:00 / 17:15
17:15 / 19:00
19:00
15:00 / 17:00
17:00 / 17:15
17:15 / 19:00
19:00
Stando questi i dati, corrispondenti con i tempi, non si parlerebbe di inefficienza o altro, purtroppo come ben sappiamo in molti casi non è così:
INIZIO TURNO
TEMPO LAVORATIVO 2H
PAUSA 626 (15 MINUTI)
TEMPO LAVORATIVO 2H
FINE TURNO
TEMPO LAVORATIVO 2H
PAUSA 626 (15 MINUTI)
TEMPO LAVORATIVO 2H
FINE TURNO
15:00
15:08 / 17:00
17:00 / 17:18
17:18 / 18:57
19:00
15:08 / 17:00
17:00 / 17:18
17:18 / 18:57
19:00
Questa è una proiezione più vicina alla realtà del tempo svolto in azienda, dove abbiamo uno scarto inziale tra orario effettivo e lavorativo di circa 8 minuti, una pausa sforante di 2/3 minuti in media, un fine turno "anticipato" di circa 2/3 minuti in media.
In una giornata lavorativa "tipo" si sviluppa una media di circa 15 minuti di inefficienza "viva", poi a queste dobbiamo aggiungere tutta una serie di bonus, dati da pause varie (mediamente 5/10 minuti), attese tra una lavorazione e l'altra (mediamente 5/7 minuti), varie ed eventuali (mediamente 4/7 minuti), per un totale di circa 35 minuti di inefficienza lavorativa.
In una giornata lavorativa "tipo" si sviluppa una media di circa 15 minuti di inefficienza "viva", poi a queste dobbiamo aggiungere tutta una serie di bonus, dati da pause varie (mediamente 5/10 minuti), attese tra una lavorazione e l'altra (mediamente 5/7 minuti), varie ed eventuali (mediamente 4/7 minuti), per un totale di circa 35 minuti di inefficienza lavorativa.
Facciamo lo stesso calcolo che abbiamo sviluppato per la CDS, su base 700 operatori in un anno, abbiamo un totale di:
€ 882.000 (ottocentoottantaduemila/00)
€ 882.000 (ottocentoottantaduemila/00)
Sia chiara da subito una cosa, tale ragionamento non vuole puntare il dito contro nessuno, perchè sappiamo benissimo che ad esempio gli 8 minuti di inizio turno di inefficienza, in molti casi sono dovuti alla mancanza di postazioni (quindi in parte di conseguenza imputabili ad una errata organizzazione lavorativa), come pure dicasi, per i 3 minuti di media di surplus di pausa, in moltissimi casi dovuti all'inefficienza delle strutture dello stabile (leggasi ascensori rotti), e per tanto altro.
Questo ragionamento serve esclusivamente ad analizzare in termini spiccioli e diretti, e sopratutto quantificare i danni in termini economici che l'azienda dichiara di soffrire.
E sia chiaro altresì che questi sono calcoli di massima, puramente indicativi per dare l'idea dello stato dei fatti, quindi se a tutto questo (che potrebbe in una certa misura) essere ammortizzato in termini economici, aggiungiamo le famose sacche di inefficienza che stravolgono le "medie" prese in considerazione ovviamente al ribasso.
Alla luce di tutto questo è corretto affermare che ABBIAMO UN PROBLEMA.
E come tale va preso in considerazione e sopratutto va risolto, le modalità e gli strumenti sono da definire con intelligenza, buonsenso, e sopratutto senza stravolgere un clima aziendale già di per se molto precario.
Questo ragionamento serve esclusivamente ad analizzare in termini spiccioli e diretti, e sopratutto quantificare i danni in termini economici che l'azienda dichiara di soffrire.
E sia chiaro altresì che questi sono calcoli di massima, puramente indicativi per dare l'idea dello stato dei fatti, quindi se a tutto questo (che potrebbe in una certa misura) essere ammortizzato in termini economici, aggiungiamo le famose sacche di inefficienza che stravolgono le "medie" prese in considerazione ovviamente al ribasso.
Alla luce di tutto questo è corretto affermare che ABBIAMO UN PROBLEMA.
E come tale va preso in considerazione e sopratutto va risolto, le modalità e gli strumenti sono da definire con intelligenza, buonsenso, e sopratutto senza stravolgere un clima aziendale già di per se molto precario.
28 Aprile 2012
Category: Primo Piano
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