A chi credere?
Essere titolari di rappresentatività sindacale, argomento che abbiamo già trattato, va ben oltre la concezione di mandato elettorale, come molti "politicanti" dell'ultima ora vogliono farci credere...
Syn (insieme) Dyke (giustizia) dal greco.
Il latino tardo dava una definizione più aderente ai giorni nostri che era quella di "syndicus" una sorta di "patrocinatore", inteso nell'accezione di advocatus o in maniera lata di "difensore". Volendo trasporre l'etimologia ai nostri tempi l'equivalente verbale sindacare è ritenuto sinonimo di "controllare" "esaminare" "vigilare".
Chiunque abbia a leggere queste righe, sa benissimo che sono lontanissimi quei tempi e quelle concezioni se paragonate ai momenti che viviamo, ed ai concetti figli diretti.
Ma perchè nello specifico, all'interno della nostra azienda, sta montando in maniera esponenziale una sorta di rabbia, di rancore represso, di insofferenza nei confronti di chi fino ad oggi ci ha rappresentato?, perchè è sempre presente una visione "against-trade union"?
29 luglio 2010
"...soprattutto è importante tenere aperta la vertenza contro il precariato e per mantenere viva la battaglia per le 6 ore che, per il sindacato, rimane una questione importante su cui conquistare giorno dopo giorno sempre maggiori spazi per le lavoratrici e lavoratori di Almaviva."
29 marzo 2011
"...vogliamo davvero capire come sia possibile parlare di esuberi senza prima essere al corrente dei piani di sviluppo, ed in presenza di grosse quantità di straordinario erogate."
10 giugno 2011
"...oggi dobbiamo tuttavia constatare che il sito Almaviva di Palermo, senza un cambio di rotta e direzione aziendale, è destinato a scomparire per consunzione.
Ma qual è il ruolo dell’azienda? Quali interventi mette in atto per salvaguardare i propri lavoratori? Quali iniziative intende prendere per consolidare il proprio conto economico? Nulla o quasi."
18 gennaio 2012
"...denunciamo da tempo una gestione aziendale poco chiara, che a tratti appare addirittura improvvisata, con l'assenza di un Piano Industriale e volta esclusivamente a richiedere sacrifici ai lavoratori, gli unici che responsabilmente portano avanti “il carro”."
Alcuni estratti di comunicati di varie sigle sindacali.
A mio avviso il problema centrale che bisogna esaminare per capire i motivi di questa disaffezione verso coloro che "dovrebbero" essere dalla tua parte, sta proprio nella credibilità.
In una istituzione dove lo strumento principale di lotta è dato dalle parole (e le conseguenti degenerazioni), la credibilità di ciò che affermi e che porterai avanti è fondamentale, nella misura in cui non sei credibile, deprezzi il tuo potere rappresentativo.
Certo si potrebbe aggiungere anche la voce "coerenza" all'equazione, ma si sa, le incoerenze possono essere giustificate agli occhi di chi ti ascolta, ma la credibilità non puoi riprenderla quando la perdi.
Essere credibili significa, rendere partecipi ed in maniera tempestiva i tuoi "aderenti" e non, renderli edotti se necessario sulle procedure in corso o che devono venire, significa ascoltare, spiegare, discutere, essere catalizzatore delle idee, delle proposte e far si che le stesse vengano in seguito tradotte in azioni reali.
Io penso che ad esempio si potrebbe portare avanti un'idea nuova, che possa portare beneficio ai lavoratori tutti e magari superare anche questo periodo di difficoltà: si potrebbe mettere in atto
"un sistema incentivante, rispondente a tre finalità:
1) efficientamento dell'organizzazione aziendale
2) miglioramento del clima aziendale
3) riconoscimento delle professionalità presenti
Inserire quindi, ad esempio un premio di risultato (PdR) con dati verificabili trimestralmente..."
Peccato che qualcuno l'aveva già pensato prima di me...
Ipotesi di accordo 21 maggio 2008 presso la UIR (Unione degli Industriali e delle imprese di Roma)
Essere credibili significa rispettare gli impegni presi, significa rispettare i lavoratori, significa rispettare se stessi...
E' bello concludere il ragionamento con una frase emblematica
"...sapendo che ogni giorno gli accordi vanno gestiti e fatti rispettare."
CGIL-CISL-UIL (29 luglio 2010)
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