tag:blogger.com,1999:blog-41740621695655057162024-03-14T01:36:48.792+01:00Sindacato ASISindacato ASI, la nuova realtà Sindacale in Italia, nata dal web dai lavoratori per i lavoratori.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.comBlogger156125tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-21894114719782699282012-11-16T15:38:00.000+01:002012-11-17T15:39:04.254+01:00La quiete prima della tempesta<p align="justify"><a href="http://lh4.ggpht.com/-RfF2Tfp7zBg/UKeCwfib3RI/AAAAAAAAAm4/agCwz9TSb0A/s1600-h/nave-in-tempesta2%25255B3%25255D.jpg"><img title="nave-in-tempesta2" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin: 0px 10px 5px 0px; border-right-width: 0px" height="193" alt="nave-in-tempesta2" src="http://lh3.ggpht.com/-3-6iCmiRPbg/UKeCyKj75cI/AAAAAAAAAnA/J6L1zAs3dXk/nave-in-tempesta2_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" width="244" align="left" border="0" /></a> Da qualche settimana nel comparto crm Almaviva si respira aria di apparente tranquillità, anzi meglio dire di "attesa", di cosa nello specifico non è ancora noto ma qualche congettura possiamo liberamente farla... <br />Come è ovvio immaginare, è Roma attualmente a dettare l'agenda aziendale. Per farla breve, salta un accordo sulla cassa integrazione fortemente voluto dall'azienda, la stessa per ben due volte avanza proposte diverse: la prima più spinta, la seconda più mediatrice ritrattando su alcune intenzioni e ridefinendo la procedura come "riorganizzazione"; l'accordo in entrambi i casi non passa, pur con l'intervento delle segreterie territoriali, scavalcando di fatto le rappresentanze elette dai lavoratori sul sito Romano. <br />Risultato: picche.</p> <p align="justify">A latere questo dimostra come la "forza" presunta di tali organizzazioni sindacali, che con tutta probabilità vanno a farsi garanti di un risultato ormai certo, è pari al nulla, e su questo si dovrebbe riflettere. <br />Ricordiamoci che l'operazione "cassa integrazione" riguardava originariamente due siti ovvero Roma e Palermo, rei (a detta aziendale) di non soddisfare alcuni requisiti di produttività e di soddisfacimento di entrate (incontro 06 febbraio).</p> <p align="justify">Posto che l'accordo su Roma con tutta probabilità <strong>DOVRA'</strong> essere sottoscritto, bisogna ragionare su come far questo.</p> <p align="justify"><font color="#ff0000">Scenario 1)</font> <br />Creare delle liste di "proscrizione" per epurare anzitempo gli scomodi e riproporre l'impianto della cassa integrazione con gli "amici".</p> <p align="justify"><font color="#ff0000">Scenario 2)</font> <br />Riproporre l'accordo su Palermo, misurando nuovamente la forza di mobilitazione delle compiacenze sindacali, per far passare un accordo che possa transitivamente essere applicato anche su Roma. </p> <p align="justify"> <br />Ci sarebbero da analizzare almeno altri 3 scenari possibili, sarebbe fantascienza, ma c'è da aspettarsi di tutto. <br />Invitiamo i Lavoratori a prendere coscienza di questa situazione e cominciare ad informarsi e farsi un'idea in merito alla questione. Noi di ASI abbiamo già posto l' <a href="http://sindacatoasi.blogspot.it/2012/10/siamo-tutti-dipendenti-di-via-lamaro.html" target="_blank">accento</a> sul fatto che la situazione Romana non doveva e non deve essere considerata come situazione a sé stante, perché interessa tutti i lavoratori almaviva di tutte le sedi in maniera diretta o indiretta. <br />Prepariamoci quindi a chiamare i fatti e le cose col loro nome, e sopratutto non fermiamoci all'apparenza degli scritti ma cerchiamo di "scavare e scovare" i reali motivi di alcune manovre.</p> Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-39602696974995871012012-11-01T01:39:00.001+01:002012-11-05T14:48:28.255+01:00ASI - Almaviva. E' scontro!<div align="justify">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-Fy6PBBOHGqw/UJHEvwRiQPI/AAAAAAAAATs/n35Ujd3z7Kg/s1600-h/scontro%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="scontro" border="0" height="161" src="http://lh3.ggpht.com/-fS_MHb0ef0I/UJHExbIQlsI/AAAAAAAAAT0/ghZA2GoxIQg/scontro_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="scontro" width="244" /></a>Correva l'anno 2010, periodo di tumulti per gli operai dell'azienda Fiat, nel giugno di quell'anno viene votato un accordo, che a detta Fiat doveva risollevare le sorti dei centri in tutta Italia, ovvero un accordo tra le sigle sindacali e l'azienda peggiorativo del ccnl di categoria, unica forza sindacale che si oppose alla firma di un accordo tanto denigratorio delle competenze e della qualità lavorativa degli operai Fiat fu la Fiom.</div>
<div align="justify">
Tale scelta a distanza di qualche mese portò ad una sistematica e capillare discriminazione di tutti quegli operari che in azienda vantavano l'appartenenza sindacale alla Fiom, in ultima istanza la Fiat, in barba alle prassi consolidate ed alle leggi di tutela sindacale, rifiuta il riconoscimento e quindi la conseguente trattenuta in busta paga dei lavoratori che avevano scelto di destinare parte della loro retribuzione nei confronti della Fiom.</div>
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Un atteggiamento, questo, che nella mente dei vertici Almaviva, ha fatto breccia.</div>
<div align="justify">
Con una lettera datata 24 aprile 2012 il responsabile per le relazioni industriali <b>Andrea Lucente</b>, comunica ad ASI il rifiuto da parte aziendale nel voler prendere in considerazione una scelta libera dei lavoratori, ovvero quella di aderire alla nostra associazione sindacale.</div>
<div align="justify">
questo il sunto di quella comunicazione: <br /><i>"Pertanto, come anticipato tra l'altro in un precedente colloquio telefonico, non abbiamo dato corso alle deleghe associative con trattenuta a busta paga, poichè ASI non ha titolo a ciò, non essendo firmataria del Contratto Collettivo Nazionale di Categoria, nè - allo stato - può essere riconosciuta quale Organizzazione Sindacale titolare dei diritti ex lege 300-70"</i> <br /><i>Roma 24 aprile 2012 </i></div>
<div align="justify">
di seguito la risposta ASI:</div>
<div align="justify">
<i>"In relazione alla Vs. nota di risposta del 24 aprile u.s. inviata a mezzo fax alla presente O.S., si è costertti in questa sede ad evidenziare una gestione inopinata ed arbitraria della Ns. posizione in merito alle deleghe sindacali ASI sottoscritte liberamente dai lavoratori ad oggi non accettate da codesta Azienda.</i> <br /><i>Cogliamo quindi l'occasione per specificare e sottolineare alcuni aspetti legali e costituzionali che vengono posposti di fatto con tale comportamento adottato da Almaviva Contact.</i></div>
<div align="justify">
<i>La Costituzione Italiana all'art. 39 sancisce la libertà da parte di ogni lavoratore di aggregarsi in forma autonoma e svolgere attività sindacale all'interno del luogo di lavoro, tale principio viene ribadito dall'art. 14 dello statuto dei lavoratori ex lege 300/70.</i></div>
<div align="justify">
<i>L'organizzazione sindacale non ha alcun obbligo di legge, se non quello della registrazione presso gli uffici competenti, obbligo che ASI ha diligentemente svolto, registrando il proprio atto costitutivo e statuto a base democratica in data 16.02.2012.</i> <br /><i>Non costituisce, nell'attuale quadro legislativo ordinamentale in materia giuslavoristica, prerogativa Aziendale arrogarsi il diritto di riconoscere l'associazione sindacale in quanto tale, ma unicamente agli enti tutori competenti. A tal riguardo è necessario evidenziare che il passaggio che riscontriamo nella Vs. richiamata nota del 24 aprile, laddove si afferma che "non può essere riconosciuta quale Organizzazione Sindacale titolare dei diritti ex lege 300/70" risulta quantomeno dubbio ed equivocabile.</i> <br /><i>Nel predetto documento, in particolare, viene affermato - con comportamento palesemente antisindacale e lesivo dei diritti della Ns O.S. - che la Vs Azienda non opererà con la trattenuta in busta paga delle quote associative distolte ad ASI dai lavoratori in quanto la stessa non è, attualmente, firmataria di Contratto Nazionale di Categoria (telecomunicazioni).</i> <br /><i>A tal proposito ricordiamo a codesta Azienda che è da configurarsi come comportamento antisindacale il rifiuto da parte del datore di lavoro di eseguire la trattenuta sindacale su delega del lavoratore. A quanto detto va aggiunto, inoltre, che attualmente la Vs Azienda opera in regime di trattenute sindacali nei confronti di altre OO.SS. presenti nella medesima sede lavorativa, anch'esse non firmatarie di CCNL, eludendo quindi, con tali decisioni quel "rispetto di principi generali che garantiscano uniformità di comportamento nei confronti di qualsiasi associazione sindacale" ribadito in recenti intese Sindacali"</i></div>
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
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Da subito comunichiamo a tutti i nostri iscritti, simpatizzanti e lavoratori in genere, che <b>ASI</b> non si fermerà di fronte alla cortezza e l'inopportunismo di qualche dirigente aziendale, e continueremo una battaglia di democrazia e libertà nell'interesse di ogni singolo lavoratore, che non deve veder i propri diritti (ridotti ed in gran parte depauperati del loro valore nell'arco di questi ultimi anni) calpestati ancora una volta da uno strapotere aziendale, che dalla sua può vantare esclusivamente le ben note manovre vessatorie e psicologiche. <br />ASI si attiverà nei modi e nei tempi che riterrà opportuni per far si che venga rispettato un diritto dei lavoratori tutti, e nel breve periodo intraprenderemo una serie di iniziative legali ed istituzionali, non tanto per aver riconosciuto uno status che non compete ne a noi ne tantomeno all'azienda, ma esclusivamente ai lavoratori; quanto per dare un segnale che il tempo delle vacche grasse sta per terminare, i Lavoratori non sono più disponibili ad essere trattati come numeri e non vedere riconosciuti i loro più elementari diritti associativi e di scelta. <br /><b>Almaviva è tale per la forza dei suoi Lavoratori</b>, e non per scelte dirigenziali, che in questi anni hanno creato esclusivamente malumori ed allontanamenti, questa forza va rispettata in ogni sua esternazione sia singolarmente che sindacalmente, quindi come aggregazione di unità. <br />ASI continuerà per la propria strada certa della bontà e della buonafede di ogni sua scelta e decisione, per questi motivi richiamiamo ogni singolo lavoratore a riflettere sulle modalità di trattamento riservate da questa azienda sia verso i singoli lavoratori, sia verso l'insieme degli stessi. <br />Affinchè non si riproponga un atteggiamento Lamaro, è assolutamente necessario che ogni Lavoratore, ogni organizzazione, prenda coscienza di ogni suo diritto e non ceda un solo centimetro di volta in volta, quello che attualmente sta accadendo a via Lamaro altro non è che il frutto di anni di concessioni sindacali, di svendita a buon prezzo dei diritti dei Lavoratori, di accondiscendenza su manovre che avrebbero fatto impallidire i più biechi regimi totalitari, sta iniziando una nuova stagione fatta di dignità ed onestà e di questo ASI si farà portavoce in ogni sede e con ogni mezzo.</div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fasi-almaviva-e-scontro.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw-wZHm5IDkNgZPzeInTe0Y6dT0_6JTvbMnTlVFKc0z5N1mAKWMc9eCZj8uxx9SgpEuJs5KojNXWeaa-_gFd-LT-be6KVOnsIJOKuZn6UNW0dPLb0HJn276QE6QSuTQVBrN4p4OpAdv64/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-75790413988909262202012-11-01T01:38:00.001+01:002012-11-05T14:57:20.101+01:00Almaviva, salvi i lavoratori di Roma?<div align="justify">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-AEikVM19wXg/UJHEYSEUC2I/AAAAAAAAATc/F-601AZmvwM/s1600-h/imprese%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="imprese" border="0" height="164" src="http://lh4.ggpht.com/-1-o0RBocD2I/UJHEZZhFeAI/AAAAAAAAATk/QsKZJfPi0Dg/imprese_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="imprese" width="244" /></a>La proprietà Almaviva Contact insieme alle segreterie nazionali e le organizzazioni sindacali territoriali, sottoscrivono il 16 ottobre 2012 un'ipotesi di accordo, alternativa all'originale proposta il <a href="http://sindacatoasi.it/notizie1/172-roma-non-si-ar-rende.html">28 agosto u.s</a>. riguardo la cessazione attività sul sito Romano di via Lamaro della società di call center.</div>
<div align="justify">
Originariamente l'accordo proposto da Almaviva alle rappresentanze sindacali riguardava una cassa integrazione per cessazione attività, adducendo la scarsa produttività del sito Romano, l'originaria proposta venne respinta su forte pressione dei lavoratori che attribuivano tale scelta aziendale a <a href="http://sindacatoasi.it/primopiano1/169-almaviva-perde-pezzi.html">necessità economiche e sgravi presenti in altre regioni </a>piuttosto che il rendimento dei lavoratori in sito.</div>
<div align="justify">
Questa seconda proposta (<a href="http://sindacatoasi.it/attachments/article/186/Ipotesi%20di%20accordo%20Almaviva%2016%20ottobre%202012%20%28Roma%29.pdf">allegata</a>) in breve prevede gli stessi punti della prima: formazione, riqualificazione, monitoraggio del lavoro, l'unica differenza sta nelle modalità di presentazione della cassa integrazione che da cessazione attività diventa riorganizzazione aziendale. <br />Questi in pillole i fatti.</div>
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<a href="http://sindacatoasi.it/images/banners/IlPunton.png"><img alt="IlPunton" height="97" src="http://sindacatoasi.it/images/plg_imagesized/400_IlPunton.png" width="450" /></a></div>
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<a href="http://newsilpunto.blogspot.it/2012/10/almaviva-oggi-il-referendum.html">Segui in real time gli aggiornamenti sulle votazioni del 22 ottobre</a></div>
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Noi di ASI vorremmo però porre l'attenzione su almeno un paio di punti.</div>
<div align="justify">
Innanzitutto molti lavoratori interessati dalla procedura di cassa integrazione hanno preso per buona tale operazione mentre in realtà così non è, la cassa integrazione di qualsiasi tipo richiesta dall'azienda deve necessariamente passare al vaglio del Ministero del Lavoro che accerta l'effettiva necessità di tale ammortizzatore sociale, valutando le motivazioni e gli scopi.</div>
<div align="justify">
In fase di trattativa sindacale, le rsu rivestono oltre che una funzione rappresentativa dei lavoratori, anche una funzione preliminare di controllo sulle richieste aziendali, verificandone la fattibilità, la necessità e la buona fede nella richiesta avanzata, assunto questo, presentare presso il ministero del lavoro una richiesta aziendale di cassa integrazione avallata dalla firme delle rsu, è (o dovrebbe essere) sintomatico del fatto che tale richiesta gode di tutti i principi di necessità, correttezza dei quali abbiamo accennato.</div>
<div align="justify">
In definitiva se azienda e sindacati stabiliscono che bisogna ricorrere alla cassa integrazione per il ministero così è, punto.</div>
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Diverso il ragionamento se la richiesta di cassa integrazione proviene unilateralmente dall'azienda presso il ministero del lavoro, in buona sostanza prima di concedere l'utilizzo dei fondi messi a disposizione dal ministero per gli ammortizzatori sociali, il ministero non ravvisando una richiesta congiunta (azienda/sindacati) procede ad effettuare tutta una serie di controlli e confronti per appurare se l'effettiva richiesta ha carattere necessario e documentato, o se in definitiva è insussistente.</div>
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
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Abbiamo assistito in questi giorni ad una presa di posizione da parte delle rsu riguardo tale argomento, dove (e anche noi di ASI la pensiamo allo stesso modo) veniva spostata parte della produzione aziendale su altre sedi, economicamente più convenienti, disattendendo quindi la motivazione principale di scarsa produttività del sito.</div>
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Rimaniamo quindi, stupefatti di fronte al fatto che le organizzazioni nazionali, si sovrappongano al volere dei lavoratori, decisi fino in fondo a portare avanti una lotta che riconoscesse loro l'assoluta estraneità ai fatti contestati dall'azienda, sottoscrivendo un'ipotesi di accordo che ricalca in toto l'originaria, aggiustando esclusivamente il tiro (dimostrazione di infondatezza) sulla definizione e modalità di attuazione di cassa integrazione.</div>
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Ad oggi ASI non è presente sul sito Romano Almaviva Contact, quindi la nostra analisi non può scendere nel dettaglio delle dinamiche aziendali e sindacali sul territorio, ma di una cosa siamo certi, non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori; bisogna avere chiaro che il lavoratore è una risorsa non un peso, e sulla base di questo semplice postulato non è ammissibile continuare ad infierire psicologicamente ed economicamente sulle spalle di una generazione che considera un lavoro part-time retribuito a 600 euro al mese (bene che vada), come unica risorsa per sostentarsi ed in molti casi sostenere anche figli e coniugi.</div>
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Questo non è il paese che vogliamo.</div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Falmaviva-salvi-i-lavoratori-di-roma.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw-wZHm5IDkNgZPzeInTe0Y6dT0_6JTvbMnTlVFKc0z5N1mAKWMc9eCZj8uxx9SgpEuJs5KojNXWeaa-_gFd-LT-be6KVOnsIJOKuZn6UNW0dPLb0HJn276QE6QSuTQVBrN4p4OpAdv64/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-71402850904422647582012-10-31T16:03:00.001+01:002012-11-05T14:45:03.809+01:00Schiavi moderni<div align="justify">
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img align="left" alt="foto 4" border="0" height="158" src="http://lh4.ggpht.com/-jkPvIauLFBI/UJE9ocKh2HI/AAAAAAAAAQY/4XBocftrMOk/foto%2525204_thumb.gif?imgmax=800" style="background-image: none; border-color: -moz-use-text-color; border-style: none; border-width: 0px; cursor: move; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="foto 4" width="244" /></a></div>
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Alcuni dicono che il precariato, se è un male, è un male necessario. Perché siamo nel terzo millennio, perché è così che funziona l’economia della comunicazione e della conoscenza, perché le imprese hanno bisogno di flessibilità, perché dobbiamo affrontare la competizione internazionale, perché altrimenti l’occupazione non cresce. Il primo punto in effetti è corretto. A leggere le testimonianze raccolte in questo libro sembra di vivere ai bei tempi della schiavitù, e invece no, siamo proprio nel terzo millennio. Gli altri punti invece sono tutti ampiamente criticabili, ma soprattutto l’idea che l’Italia grazie alla precarizzazione abbia affrontato in modo “sano” i suoi problemi rispetto a occupazione e disoccupazione.</div>
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Vediamo perché, partendo dagli occupati. <br />
L’ occupazione si misura in due modi: contando quante sono le persone che stanno lavorando, e quante sono le “unità di lavoro equivalenti” che tengono conto di quante ore lavora ognuno. <br />
Se ci sono due idraulici che lavorano 60 ore alla settimana, gli occupati sono due, ma visto che entrambi fan l’equivalente di una volta e mezzo un tempo pieno le unità di lavoro sono tre. Se poi il lavoro va male, ed entrambi lavorano solo 20 ore, i lavoratori sono sempre due, ma le unità di lavoro sono solo più una. In pratica, in un caso si contano “le teste”, nel secondo quanto lavoro c’è. Nel grafico sotto si vede cosa è successo a lavoro e lavoratori nell’ultimo decennio. La prima cosa da dire è che l’occupazione (la linea blu) complessivamente è cresciuta. Parte fiacca, poi inizia a crescere in modo vigoroso, e negli ultimi anni, più o meno quando Berlusconi eMaroni riescono finalmente ad abbattersi sul mercato del lavoro con la legge 30, rallenta bruscamente. Guardando alle unità di lavoro poi la frenata è ancora più drastica, e diventa un calo nell’ultimo anno (sottolineato già da tempo sia dall’Istat che da Bankitalia). <br />
La cosa interessante da notare è che per la prima volta nella storia repubblicana sono più i lavoratori che le unità di lavoro: c’è più gente che lavora, sì, ma di lavoro ce n’è poco. <br />
L’inversione di tendenza sarà merito del precariato? <br />
Vai a sapere, ma rimane il fatto che la performance peggiore dell’occupazione in Italia si registra proprio negli ultimi anni, nei quali il precariato ha cominciato a diffondersi sensibilmente. Nel secondo trimestre del 2005 la percentuale dei lavoratori dipendenti che avevano un contratto temporaneo era già del 12.5% (era del 9% nel 2000). Se poi, anziché guardare ai dipendenti, guardiamo ai precari con la “C” maiuscola (quella di co.co.co.), la situazione è ancora più evidente, perché anche per loro possiamo confrontare in modo molto efficace quante sono le “teste” che lavorano con quanto lavoro effettivamente c’è. Quanti sono i commensali e quanto è grande la torta. Nel secondo trimestre del 2004 l’Istat ci ha detto che i cococò sono circa 400 mila (e aggiungiamo un “finalmente”, visto che è dal 1996 che aspettavamo stime affidabili). Tradotto in parole, il numero dell’Istat si legge più o meno così: “Nel giorno in cui abbiamo fatto le interviste, c’erano 400 mila italiani che stavano lavorando come cococò”. Che succede se un call-center decide di buttar fuori 10 mila di loro per sostituirli con altri 10 mila collaboratori freschi freschi? <br />
Che il mese dopo l’Istat continua a contarne 400 mila (la dimensione della torta), ma il numero di commensali che se la son divisa sale a 410.000. Il numero di commensali l’Istat non lo misura, ma per saperlo basta chiedere all’Inps, che ha appena pubblicato on line il suo osservatorio sui parasubordinati. Bene, considerando solo le persone per le quali la collaborazione è l’unica forma di lavoro, e hanno un contratto con un solo committente – categoria di solito identificata come la più debole – nel 2004 se ne son contate 840.000. <br />
Quanto lavoro c’è? Cento. Quanti sono i precari che cercano di spartirselo? Duecento. Ma veniamo ai disoccupati. Anche qui, la prima notizia sembra buona: dal grafico sotto vediamo che il numero di disoccupati nell’ultimo decennio è calato molto, almeno dal ’98 in avanti. <br />
Di nuovo, però, il numero dei disoccupati non è una statistica da guardare da sola. Ci sono casi in cui l’economia va bene, ma la disoccupazione aumenta: quel che capita è che molti sono presi da un turbine di ottimismo e si mettono a cercar lavoro, e finché non lo trovano il numero di disoccupati aumenta. E ci sono casi in cui il mercato è talmente depresso che molti alzano bandiera bianca, smettono di cercar lavoro, e il numero di disoccupati diminuisce. Nel grafico è riportato appunto il numero dei cosiddetti “scoraggiati”, cioè persone senza lavoro che a precisa domanda dell’Istat “Perché non sta cercando lavoro?” barrano la X su “Ritiene di non riuscire a trovarlo”. Il numero di scoraggiati – 600 mila fin verso il 2003 – nel 2004 ha una prima impennata che li porta al milione, per poi salire ancora a circa 1.250.000. Basta convincere un altro mezzo milione di persone che è inutile stare a cercarsi un lavoro e porteremo la disoccupazione ad un confortante 5.5%. <br />
Ma torniamo da dove eravamo partiti, e concentriamoci sulla Grande Bufala. È vero che le imprese e la stessa competitività dell’Italia hanno bisogno di flessibilità. È falso, invece, che le storie raccolte in questo libro abbiano lontanamente a che fare con questa esigenza. Per chiarire questo punto bisogna fare qualche distinguo sulle diverse forme di flessibilità introdotte in Italia. Da un lato ci sono forme più “sane”, che rispondono a reali esigenze di flessibilità organizzativa. <br />
Tra queste ci sono i contratti a tempo determinato, l’apprendistato, e persino quelle fattispecie “iperflessibili” che vanno dal lavoro interinale al job sharing e al lavoro a chiamata. Tutte queste hanno regole certe che tutelano il lavoratore, e possono rappresentare un modo per i giovani di entrare nel mercato del lavoro. E se questo percorso in molti casi diventa difficoltoso la colpa è più dell’economia che va male che di vizi particolari di questi contratti. Dall’altro lato c’è il Far West rappresentato da quel contratto di lavoro che è talmente precario che quando hai finito di dire come si chiama è già finito: il contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Che più che aiutare i giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro ne ha tenuti milioni ai suoi margini – posizione dalla quale è stato più agevole un loro pacato sfruttamento. Ecco, la Grande Bufala è che questo contratto non piace alle imprese perché offre flessibilità, bensì – per chi ne ha voglia, diciamo – perché permette uno sfruttamento quasi legale del lavoratore. <br />
Per capire questo punto bisogna tornare alle sue origini: il vero problema infatti è che è un contratto nato male. Prima del ’96, l’unico modo regolare per prendere un lavoratore per un periodo breve era quella di assumerlo con un tempo determinato, dandogli una paga equa (rispetto a quanto guadagnano lavoratori equivalenti impiegati in lavori simili), e pagando anche contributi sociali, ferie, tredicesima e liquidazione (che non sono “regali” ma son previsti in quasi tutto il mondo civile, da un secolo a questa parte). Poi c’era la via alternativa, molto vicina al lavoro nero, che era quella di proporre un contratto di prestazione d’opera occasionale, magari con la promessa di una futura assunzione, evitando così di pagare contributi e tutto il resto, e potendo proporre una paga senza preoccuparsi che fosse equa oppure no. Anzi, essendo quasi sicuri di riuscire a sottopagare il lavoratore senza dover trattare troppo, grazie al fatto che mancano tutte le componenti accessorie della retribuzione citate sopra: quanti collaboratori han fatto caso che la liquidazione non ce l’hanno? <br />
Nel ’96, quando nasce la famigerata formula della “collaborazione coordinata e continuativa”, la via alternativa diventa la via principe. <br />
L’idea del legislatore era probabilmente opposta, era quella di far sì che anche per le prestazioni di lavoro occasionale si versassero dei contributi sociali. Di fatto, si è finito per legalizzare la prassi di mascherare dei rapporti di lavoro dipendente sotto l’etichetta del lavoro “coordinato”. Etichetta che, essendo stata creata dal legislatore, è risultata ancora più innocente della prestazione occasionale. In assenza di controlli efficaci non c’è voluto molto perché si cominciasse a utilizzarla anche per lavori di durata di anni (altro che “collaborazione”), e persino nei call-center (l’equivalentemoderno della catena di montaggio). Uno potrebbe dire “beh, son sempre lavori, e poi se durano anche…”. Peccato che il legislatore, non intendendola una forma di lavoro tipica, non abbia pensato di fornire le tutele che sono dovute al lavoro tipico. Così, chi ne ha voluto approfittare si è garantito una forma di lavoro a costi stracciati – rispetto al lavoro dipendente il risparmio era di circa il 40%, meglio di un tre per due al supermercato – e una generazione di lavoratori si è trovata a lavorare per anni mettendo da parte quasi nulla per la propria pensione, e con un livello di tutele da Inghilterra dei tempi della rivoluzione industriale. Basti pensare che solo nel 2000 è arrivata la copertura per gli infortuni e le malattie professionali. Del diritto di sciopero ovviamente ancora niente. Per il rispetto del diritto alla maternità rinviamo a numerosi post arrivati sul blog. <br />
Il problema ulteriore è che, se già le cococò son nate male, la legge Biagi, a parte cambiare il nome in un “cocoprò” dal suono appena meno avicolo, è stata una riforma per molti versi peggiorativa. Anche in questo caso le intenzioni iniziali erano buone, nella direzione di limitare l’utilizzo improprio delle collaborazioni. Per far questo la legge richiede una forma scritta al contratto (prima non era necessaria, anche all’invenzione della scrittura ci abbiamo messo un po’ ad arrivarci), e che si identifichi uno specifico progetto. Se non si può identificare un progetto l’impresa può essere obbligata ad assumere il lavoratore con un contratto di lavoro dipendente. È questa, in effetti, la clausola che è stata recentemente chiamata in causa dall’Ispettorato dellavoro per imporre l’assunzione di alcune migliaia di lavoratori dei call-center (vi sembra credibile che le migliaia di lavoratori di un callcenter abbiano ciascuno il proprio progettino specifico da svolgere?). <br />
Peccato che la stessa legge stabilisca (art. 69) che il controllo del giudice “non può essere esteso fino al punto di sindacare nel merito valutazioni e scelte tecniche, organizzative o produttive che spettano al committente”. E che con la circolare 1/2004 Maroni, come ulteriore liberalità, abbia precisato che una cocoprò può essere rinnovata quante volte vi pare. Come dire, basta far la fatica di scrivere una volta all’anno un progetto ad hoc e si può tenere un dipendente a vita come collaboratore. <br />
Anche nei fatti, la Biagi sembra aver provocato una reazione quasi schizofrenica da parte delle imprese. In molti casi le vecchie cococò sono state semplicemente trasformate in cocoprò. Altri, temendo la clausola citata sopra, hanno reagito con l’arma del ricatto. Lo dimostra una ricerca recente dell’Ires, condotta su un campione di persone che hanno aperto una partita Iva tra il 2003 e il 2004, dalla quale è venuto fuori come nel 50% dei casi questi l’hanno aperta perché gli è stato chiesto dal datore di lavoro, pena il non rinnovo del contratto. <br />
<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img align="left" alt="foto 4" border="0" height="158" src="http://lh4.ggpht.com/-jkPvIauLFBI/UJE9ocKh2HI/AAAAAAAAAQY/4XBocftrMOk/foto%2525204_thumb.gif?imgmax=800" style="background-image: none; border-color: -moz-use-text-color; border-style: none; border-width: 0px; cursor: move; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="foto 4" width="244" /></a>Alcuni dicono che se si riformassero ancora le cocoprò o se si rendessero più severi i controlli il risultato sarebbe l’aumento del lavoro nero. Come se un ladro chiedesse di poter prendere gratis il bottino, altrimenti sarebbe stato costretto a rubarlo. Se un imprenditore ha un’attività che riesce a stare in piedi solo a costo di sottopagare un lavoratore, o solo a costo di farlo lavorare in nero, allora un Paese che vuole svilupparsi in modo sano può anche farne a meno, così si fa spazio ad altri imprenditori, magari un po’ più capaci, e che non abbiano il vizietto di andare a comprare al mercato degli schiavi. Chiudiamo con una considerazione ed una (facile, facilissima quanto tragica) previsione. <br />
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
I dati Istat sull’occupazione, fan vedere come sia estremamente difficile uscire dalla situazione di “precariato stabile”: nel corso del 2004, il 10% dei lavoratori con contratto di collaborazione è stato “promosso” a lavoratore subordinato, e solo 5 su 100 hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Il sistema di rapporti di lavoro vigente favorisce dunque l’inserimento iniziale (o il reinserimento) sul mercato del lavoro, ma non la sua stabilizzazione. A fronte di un incentivo di tipo contrattuale (minori vincoli al datore di lavoro) si assomma un incentivo di tipo contributivo. Date però le diverse forme di “incentivazione”, ciò porterà inevitabilmente ad una copertura pensionistica insufficiente. <br />
Per fortuna, l’uomo è un animale che si adatta bene all’ambiente: così se, da giovane lavoratore precario deve chiedere il sostegno economico dei genitori, da vecchio pensionato ex-precario, lo chiederà ai propri figli. Ammesso che ne abbia: avere un lavoro precario riduce di dieci volte la probabilità che una lavoratrice faccia un figlio.</div>
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<b>Schiavi Moderni</b> <br />
<i>Postfazione di Mauro Gallegati (con la collaborazione di Roberto Leombruni)</i></div>
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<a href="http://grillorama.beppegrillo.it/schiavimoderni/"><b><i>Vai al libro</i></b></a><br />
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-i2iUM9oRi6w/UJHBdOOQYvI/AAAAAAAAASc/3NCPogB5QnY/s1600-h/mappa-europa_%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="mappa-europa_" border="0" height="168" src="http://lh3.ggpht.com/-vK9JwzWQvSM/UJHBebagCFI/AAAAAAAAASk/vkQkPYAOqzs/mappa-europa__thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="mappa-europa_" width="244" /></a>Esiste un piano industriale, una strategia che accomuna le aziende del comparto call center in questo periodo storico? <br />Questa la domanda che noi di ASI ci siamo posti, e per trovare una risposta che in parte possa giustificare alcune manovre, abbiamo ricercato alcune notizie nel nostro paese che in alcuni casi passano inosservate e comunque essendo scollegate (apparentemente) fra di loro non vengono quasi mai messe in relazione.</div>
<div align="justify">
Nella nostra ricerca abbiamo ravvisato un inquietante parallelismo tra due società outsourcing di call center, considerate tra le più importanti presenti nel nostro paese, parliamo di <i>Almaviva Contact</i> e <i>Teleperfomance</i>.</div>
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La prima, società facente capo alla famiglia romana Tripi, la seconda una multinazionale Francese, operano entrambi sul territorio Italiano, spartendosi grosse fette di gestione di parchi clienti per conto di società quali TIM, Vodafone, Sky, Infostrada e tante altre. <br />Sin dagli anni 2000 le due società nascono in virtù dei dettami della legge Biagi, e della legge Treu prima, ovvero la possibilità di assumere operatori telefonici con contratti temporanei co.co.pro. o l.a.p.</div>
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a>Nel 2007 ob torto collo entrambe le società si vedono costrette a stabilizzare buona parte (non tutti) dei lavoratori presenti in quel momento all'interno delle rispettive aziende, continuano però in virtù di quelle stabilizzazioni a godere dallo stato Italiano di alcuni incentivi previsti per l'assunzione di disoccupati (questi in realtà erano i vecchi lap o cocopro) da più di due anni, incentivi che si sommavano a quelli regionali per lo sviluppo del territorio, incentivi che però erano a scadenza. <br />Già nel 2011 Teleperformance avvia la procedura di mobilità per circa 600 operatori nella sede di via priscilla a Roma, le motivazioni ufficiali sono quelle di insostenibilità economica, quelle ufficiose in realtà affermano che la società stia smantellando la sede romana, in quanto non sostenuta da contributi statali e quindi la società decide di smistare il traffico telefonico ad altre sedi nel sud italia, ed anche a sedi presenti nel territorio albanese, <a href="http://www.repubblica.it/economia/2011/05/17/news/tagli_a_teleperformance-16189832/">dove ovviamente il costo del lavoro è decisamente più basso</a>, è notizia di questi giorni che a partire dal 1 gennaio 2013 i dipendenti della sede Romana Teleperfomance saranno definitivamente licenziati. <br />Nel 2012 Almaviva Contact, avvia la procedura per la cassa integrazione espulsiva per 600 operatori della sede Romana di via lamaro, ufficialmente per scarsa produttività, <a href="http://www.sindacatoasi.it/primopiano1/169-almaviva-perde-pezzi.html">ufficiosamente si ipotizza che la società abbia maggior ritorno nello spostare parte dei volumi di traffico nel sud Italia a Rende</a> <br />Due realtà economiche in concorrenza sul mercato, ma che hanno in comune la visione futura del mercato delle telecomunicazioni.</div>
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Noi di ASI reputiamo che atteggiamenti aziendali di questo tipo, che non tengono conto del periodo di sofferenza del paese e dei suoi lavoratori, siano atteggiamenti che nulla hanno in comune con l'imprenditoria intesa come missione sociale; atteggiamenti che esasperano gli animi e le coscienze dei lavoratori che creano disaffezione e che nel lungo termine possono solamente portare a situazioni peggiorative sia per le aziende che per i lavoratori. <br />Bisogna ragionare su un cambio di rotta che tenga conto delle esigenze di tutti lavoratori, committenti e aziende, che non faccia più affidamento sulle politiche di aiuti alle imprese, che drogano un sistema interno già saturo di anomalie e storture. <br />La creazione di un codice etico unico, condiviso da tutta la filiera delle telecomunicazioni, che ponga ogni azienda sullo stesso piano di competitività, e che detti le basi per la costruzione di un mercato di riferimento sano e condiviso; questa a nostro avviso l'unica strada perseguibile.</div>
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<a href="http://www.facebook.com/NoallaDelocalizzazione">NO ALLA DELOCALIZZAZIONE</a> (Presidio Facebook ASI)</div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fdelocalizzazione-e-business-una-storia.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw-wZHm5IDkNgZPzeInTe0Y6dT0_6JTvbMnTlVFKc0z5N1mAKWMc9eCZj8uxx9SgpEuJs5KojNXWeaa-_gFd-LT-be6KVOnsIJOKuZn6UNW0dPLb0HJn276QE6QSuTQVBrN4p4OpAdv64/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-45403336025637067282012-10-31T15:57:00.001+01:002012-11-05T15:02:03.482+01:00Roma lotta, Palermo si è già arresa<a href="http://lh4.ggpht.com/-rY15t5sNoCI/UJE8ZFoSORI/AAAAAAAAAPw/G6T2soeIeUw/s1600-h/bandiera-bianca%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="bandiera-bianca" border="0" height="173" src="http://lh4.ggpht.com/-BXm3nfGC1eE/UJE8aa_pR3I/AAAAAAAAAP4/-kkwxCxC9aI/bandiera-bianca_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="bandiera-bianca" width="244" /></a>"<i>In data odi</i><i>erna si è tenuto un incontro tra RSU ed Azienda per siglare l'accordo per l'ascolto remoto</i> <i>sul servizio Sky. </i><i>Con senso di responsabilità e visto il momento di difficoltà in cui versa la commessa e dopo svariati incontri nonchè diversi confronti, abbiamo ritenuto opportuno siglare in via sperimentale</i><i> per sei mesi l'accordo. </i><i>A breve verrà fissato un calendario di assemblee da tenersi in più giorni, in modo da coinvolgere tutti i lavoratori in forza sul servizio.</i>"<br />
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-OlvZAc9jDj4/UJE9m4sJ5PI/AAAAAAAAAQQ/ZepfTfOVntE/s1600-h/foto%2525204%25255B2%25255D.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
28 settembre 2012<br />
Questo è un comunicato a diffusione interna che pochi hanno ricevuto, eppure il contenuto ci sembra di una notevole importanza. <br />
Noi di ASI rimaniamo esterrefatti di fronte a questo comunicato, ovvero un accordo sul controllo a distanza che calpesta tutti i principi di correttezza e sopratutto l'articolo 4 dello statuto dei lavoratori, approvato su due piedi, senza trattativa, senza controparti, senza un referendum indetto tra i lavoratori e senza uno stralcio di comunicazione trasparente e capillare. Un accordo "in via sperimentale", peccato non ci creda nessuno.<br />
Se da un lato Roma lotta per i propri diritti, dall'altro Palermo non solo depone le armi, non solo non si adopera per dare risalto alla situazione Romana, ma aggrava la situazione inasprendo le già dubbie condizioni lavorative. Una cosa la riconosciamo, il tempismo è stato perfetto. <br />Per noi di ASI, ogni altro commento si ridurrebbe a tutta una serie di improperi che nulla hanno a che fare con il nostro stile, lasciamo il giudizio ai Lavoratori<br />
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Froma-lotta-palermo-si-e-gia-arresa.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw-wZHm5IDkNgZPzeInTe0Y6dT0_6JTvbMnTlVFKc0z5N1mAKWMc9eCZj8uxx9SgpEuJs5KojNXWeaa-_gFd-LT-be6KVOnsIJOKuZn6UNW0dPLb0HJn276QE6QSuTQVBrN4p4OpAdv64/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-65994053608163452552012-10-31T15:56:00.001+01:002012-11-05T21:14:27.832+01:00Chi controlla i controllori?<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-baCXlKzR32I/UJE8IS2mOhI/AAAAAAAAAPg/5caXi1XjI_o/s1600-h/IMG00460-20120903-1718%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="IMG00460-20120903-1718" border="0" height="160" src="http://lh3.ggpht.com/-dB6duoG4AxY/UJE8JULM6-I/AAAAAAAAAPo/Kxx2Y3N_ums/IMG00460-20120903-1718_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="IMG00460-20120903-1718" width="244" /></a>01 settembre 2012 inizia il giro di vite sui controlli che l'azienda Almaviva ha intenzione di mettere in campo verso i propri dipendenti. <br />Si inizierà con un controllo capillare dell'orario di ingresso dei propri dipendenti nella sede di Palermo, che saranno costretti ad iniziare il loro turno lavorativo nel momento stesso in cui apriranno gli applicativi informatici da loro utilizzati, una modalità che noi di ASI reputiamo senza senso e sopratutto vessatoria, ma andiamo per ordine.</div>
<b> </b><br />
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<b><br /></b></div>
<b> </b> <br />
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<b>A tutti i dipendenti</b></div>
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Nell'ambito dei progetti per il rilancio dei centri operativi di Palermo, al fine di attivare quei processi utili a garantire qualità ed efficienza della nostra macchina operativa, vi informiamo che a partire dal 01 settembre 2012 e fino al 31 ottobre 2012 prenderà il via, in forma sperimentale, la nuova procedura di rilevazione delle presenze tramite il sistema GOACS che attualmente non sostituirà la timbratura su INAZ che rimane, fino a nuova comunicazione, l'unico sistema ufficiale di rilevazione della propria presenza in azienda.</div>
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Procedura per la rilevazione presenzada GOACS</div>
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- ingresso in azienda. timbratura INAZ</div>
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- arrivo in postazione ed immediata apertura GOACS</div>
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- inserimento matricola GOACS e password</div>
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- digitazione tasto login</div>
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Grazie a tutti per la collaborazione e buon lavoro.</div>
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Cominciamo col dire che avevamo già richiesto un <a href="http://www.sindacatoasi.it/comunicati/1-solidarieta-o-pretesto.html">incontro</a> con i responsabili aziendali per verifica eventuali procedure di controllo del lavoratore da parte aziendale, potendo discutere ed avanzare proposte sulle modalità più consone, ma ovviamente l'azienda ha preferito ignorare tale richiesta, d'altronde non ascoltare o ignorare sta diventando una prassi ormai consolidata almeno nella nostra azienda.</div>
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Richiedere di rendere valida una timbratura "in postazione" porta con se vari strascichi legali e operativi.</div>
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In prima istanza sarebbe bene precisare da parte dell'azienda se il turno lavorativo inizia nel momento stesso dell'apartura dei sistemi informatici, perchè se così fosse, salterebbe una eventuale copertura assicurativa all'atto dell'accesso ai locali aziendali, fatti salvi i minuti di tolleranza previsti dalla legge; inoltre bisognerebbe capire nel dettaglio per quale oscuro motivo debba essere regolamentata in tale modo l'entrata in operativo, mentre non si fa menzione alcuna dell'uscita, quindi della regolamentazione di fine turno.</div>
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Ancora bisognerà tener conto, laddove questa pratica vessatoria venga messa in atto, cosa accade in caso di malfunzionamento dei sistemi operativi e gestionali, ed ancora nel caso , frequente tra l'altro, di assenza di postazioni utili per la logatura di inizio turno; ed ancora non si tiene conto che inducendo all'utilizzo di tale modalità lavorativa si esaspererebbe la prassi diffusa della "prenotazione" mediante occupazione delle postazioni lavorative, creando sempre di più caotiche situazione di inefficienza.</div>
<div align="justify">
Altri sarebbero gli aspetti da analizzare, ma già questi dimostrano come decisioni importanti per la condotta aziendale, vengano demandate a personaggi, che non hanno competenza per farlo, e che superficialmente decidono la vita dei lavoratori tutti.</div>
<div align="justify">
Ancora una volta quindi noi di ASI chiediamo un incontro ufficiale per poter mettere in campo scelte utili e sensate che possano portare ad una normale ed efficiente gestione lavorativa del sito.</div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fchi-controlla-i-controllori.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-24541400781940126372012-10-31T15:54:00.001+01:002012-11-05T21:16:58.205+01:004° livello retributivo, vogliamo risposte<div align="justify">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-wYQ_DEGGSfY/UJHCSuVH9AI/AAAAAAAAASs/rRboy0v-BnI/s1600-h/06_percorso_quarto_n_large%25255B3%25255D.jpg"><img align="left" alt="06_percorso_quarto_n_large" border="0" height="244" src="http://lh3.ggpht.com/-WV9F11fPPnA/UJHCUD-d6oI/AAAAAAAAASw/5eKs0XXWzE8/06_percorso_quarto_n_large_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="06_percorso_quarto_n_large" width="230" /></a>Qualche mese addietro ci eravamo già occupati della questione passaggi al 4° livello retributivo, con<a href="http://www.sindacatoasi.it/notizie1/109-scattiamo-ci-sono-gli-scatti.html"><b> questo articolo</b> </a>ad oggi purtroppo non abbiamo ricevuto ne come Lavoratori ne come Organizzazione Sindacale alcuna comunicazione ufficiale in merito all'argomento, abbiamo dunque deciso di richiedere ufficialmente all'azienda le motivazioni per le quali ancora a distanza di un anno non si è provveduto ad effettuare le valutazioni ed i conseguenti passaggi di livello dei lavoratori in possesso dei requisiti, questa la comunicazione inviata tramite Raccomandata AR di <b>ASI</b>:</div>
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***</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="http://lh5.ggpht.com/-iW4cEI_984Q/UJE7pDojKZI/AAAAAAAAAPQ/BYEoG_A2qHM/s1600-h/foto%2525201%25255B2%25255D.gif"><img alt="foto 1" border="0" height="158" src="http://lh3.ggpht.com/-hfkaokqtjvw/UJE7qS7sUcI/AAAAAAAAAPY/npe6d1sWP1A/foto%2525201_thumb.gif?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="foto 1" width="244" /></a></div>
<div align="justify">
Palermo 30/07/2012 <br />Prot. N. op. 001/12 <br /><b> </b></div>
<div align="justify">
<b>Oggetto: Richiesta informazioni riguardo pratiche di passaggio al 4° livello</b></div>
<div align="justify">
In relazione a quanto riportato all'art. 23, 3D del Contratto Nazionale di Categoria, si riporta "<i>le aziende procederanno ad una valutazione del livello di professionalità acquisito dai lavoratori inquadrati al terzo livello del presente CCNL che abbiano già maturato 48 mesi di lavoro effettivo nell'attività svolta per verificarne la rispondenza al profilo e ai contenuti professionali del livello superiore, ossia al quarto livello. I criteri ed i risultati di tali valutazioni saranno resi noti alle RSU.</i>"</div>
<div align="justify">
Attualmente su Almaviva Contact Palermo sono presenti diverse (la maggioranza) risorse con contratti Part Time inquadrati al 3° livello retributivo sin dal 2007 e che dunque a partire dall'anno 2011, come previsto dal CCNL attendono valutazione del livello di professionalità maturato in 48 mesi, maturando quindi il passaggio inquadramentale di livello in virtù di tali valutazioni.</div>
<div align="justify">
Ad oggi (anno 2012) alla scrivente O.S. non risulta che nessuno dei potenziali candidati abbia mai avuto un colloquio od in alternativa alcuna valutazione utile ai fini di tale passaggio retributivo. <br />Anticipando che il suddetto comma contrattuale non risente in modo alcuno di periodi verificati o comunicati di probabili crisi aziendali, nè rientra tra le clausole suscettibili di modifica a seguito dell'utilizzo di ammortizzatori sociali nell'anno in questione, la scrivente non comprende il motivo (laddove presente) di un ritardo così ampio nel valutare la propria forza lavoro in essere e riconoscere, laddove verificato, un inquadramento consono alle reali ed effettive capacità e prestazioni lavorative.</div>
<div align="justify">
Nell'ipotesi che l'azienda stia o abbia già provveduto ad effettuare tale valutazione nei confronti delle proprie risorse umane, e ne abbia dato comunicazione alle RSU attualmente in carica nella sede di Almaviva Contact Palermo, chiediamo come Organizzazione Sindacale, riconosciuta dalla Costituzione Italiana artt. 18 e 39 di esserne resi partecipi.</div>
<div align="justify">
Ricordiamo infine ad Almaviva Contact che sempre la Costituzione Italiana stabilisce all'art.36 che<i><b> "Il Lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità ed alla qualità del suo lavoro (...)"</b></i></div>
<div align="justify">
In attesa di sollecito riscontro</div>
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Distinti saluti</div>
<div align="justify">
<b>ASI Alternativa Sindacale Indipendente</b></div>
<div align="justify">
***</div>
<div align="justify">
Attualmente, alla data di pubblicazione del presente articolo, rimaniamo in attesa di risposte ufficiali da parte di Almaviva Contact, che naturalmente non appena arriveranno vi rigireremo immediatamente.</div>
<div align="justify">
Bisogna far capire all'azienda ma sopratutto ai colleghi tutti, che certe questioni esigono delle risposte ufficiali, non dei semplici passaparola diramati dal giullare di turno, a suo dire informato dei fatti.</div>
<div align="justify">
Ovviamente diamo per scontato che tale risposta non tardi ad arrivare, in caso contrario saremo da subito pronti a rivolgerci alle autorità competenti per far rispettare alla lettera ciò che è stato sottoscritto nel Contratto Nazionale.</div>
<i><b> </b></i><br />
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<br /></div>
<i><b> </b></i> <br />
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<i><b>Il Lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto</b></i></div>
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<b><i></i></b></div>
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<b><i>10 settembre 2012</i></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2F4-livello-retributivo-vogliamo-risposte.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-73386359640062815852012-10-31T15:47:00.001+01:002012-11-05T21:18:57.399+01:00Roma, i lavoratori Almaviva non si arrendono<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-S_tTzwLvuGg/UJE5am8RLII/AAAAAAAAAMg/srxtNjqkrd0/s1600-h/1%252520%2525286%252529%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="1 (6)" border="0" height="184" src="http://lh6.ggpht.com/-EnOCd1aoNjQ/UJE5cV27CAI/AAAAAAAAAMo/bLb2807w9kQ/1%252520%2525286%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (6)" width="244" /></a>A seguito della nota del 28 agosto 2012 dove veniva comunicata l'avvio della procedura per Cassa Integrazione Straordinaria per cessazione di attività da parte di almaviva contact, i 632 Lavoratori impattati da tale procedura si mobilitano il 4 settembre con una marcia di protesta che raccoglie centinaia di adesioni, anche da altri siti della capitale non coinvolti direttamente nella procedura espulsiva.</div>
<div align="justify">
All'urlo di Roma non si ar(Rende) la marcia pacifica e senza tumulti ha presidiato la sede del X Municipio per poi percorere un tratto della via tuscolana per giungere davanti la sede Romana di almaviva.</div>
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Di seguito riportiamo integralmente la successiva risposta della proprietà aziendale a tale mobilitazione.</div>
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Manifestazione del 4 settembre 2012 a Roma contro la decisione da parte di Almaviva Contact di utilizzare la cassa integrazione espulsiva per 632 dipendenti del sito di via lamaro 25.</div>
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<b>Comunicato Aziendale a tutti i lavoratori</b></div>
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Alla nota di Almaviva Contact del 28 agosto 2012 – con la quale la società annunciava il ricorso alla CIGS, per cessazione di attività, per i dipendenti impegnati nell’unità produttiva di Roma, Via Lamaro (“Procedura”) – hanno fatto seguito comunicazioni, che debbono immediatamente essere corrette. <br />E’ lecito dissentire sulla valutazione dei fatti, si possono avere idee diverse sui rimedi da approntare per la soluzione dei problemi, ma non accettare la realtà equivale a separarsi da questa e a cacciare ogni prospettiva di dialogo nel vicolo cieco dell’incomunicabilità. <br />Come chiarito – sia pure sinteticamente – nella nota del 28 agosto 2012, Almaviva Contact ha avviato la Procedura a fronte di motivazioni obiettive e al fine di evitare esiti ben più gravi e penalizzanti per i lavoratori, la società e gli Azionisti di questa.</div>
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Le attività svolte da Almaviva Contact in Roma hanno evidenziato, almeno a partire dal 2005, risultati economici pesantemente negativi. Nel periodo 2005 – 2010, esse hanno determinato perdite per un totale di circa 28 milioni di Euro. Nell’ultimo esercizio (1° ottobre 2010/30 settembre 2011), la società ha registrato, complessivamente, un risultato netto negativo pari a 114.000 Euro e a tale risultato, il sito romano ha concorso con una perdita di circa 5.000.000 di Euro; senza questo fattore, Almaviva Contact avrebbe dunque chiuso il suo ultimo bilancio in utile e non in perdita, come è stato.</div>
<div align="justify">
Gli andamenti dell’anno fiscale in corso, nonostante anche il ricorso a strumenti come i contratti di solidarietà, non sono differenti, anzi presentano criticità ancora maggiori: le commesse di cui abbiamo dichiarato la cessazione di attività su Roma hanno generato nei primi nove mesi di esercizio perdite superiori a 3 milioni di euro e questo in un quadro dove gli</div>
<div align="justify">
altri centri, anche a seguito di pressioni sulle tariffe sempre più forti, non sono assolutamente più in grado di assorbire tali squilibri e devono lottare per il proprio futuro. <br />E’ destituita di ogni fondamento l’illazione secondo cui l’Azienda, avviando la Procedura e trasferendo presso altri siti italiani, siti ove spesso l’anzianità aziendale dei dipendenti è ben superiore a quella romana, l’erogazione dei servizi oggi attivi presso il Centro di via Lamaro, intenderebbe lucrare sugli incentivi pubblici – nazionali e locali – connessi all’assunzione di personale in alcune aree del Paese – abbattendo, per tale via, il costo del lavoro -.</div>
<div align="justify">
Il costo del personale impegnato nella sede romana, rispetto a quello eventualmente conseguibile in altre unità produttive, non è la causa principale dell’insoddisfacente andamento economico del sito di via Lamaro. E la considerazione di tale profilo – pur, in astratto, del tutto legittima – non ha minimamente inciso sulle nostre decisioni. <br />Se così non fosse stato, per quale motivo Almaviva Contact si sarebbe fatta carico di sostituire – affrontando, peraltro, tutte le criticità operative e i contrasti del caso – il subappaltatore che, da oltre un decennio, erogava i servizi di call center nei confronti del Cliente Trenitalia? Mantenere lo status quo sarebbe stato certamente più conveniente, in termini di conto <br />economico. Ma non avrebbe corrisposto all’esigenza di salvaguardare competenze e occupazione. Figlio della medesima logica, d’altra parte, è stato l’avvio, su Roma, negli ultimi anni, di commesse importanti e qualificanti, come quelle rivolte ai Clienti INPS, ENI, Mediaset.</div>
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I fatti testimoniano, quindi, come la direzione aziendale, negli anni e nei mesi scorsi, si sia in ogni modo adoperata per scongiurare il ricorso a strumenti del tipo di quello attivato. E come l’Azionista di riferimento non sia stato da meno: le perdite accumulate da Almaviva Contact, società che nella sua storia non ha mai distribuito dividendi, in questi anni, infatti, sono state sistematicamente ripianate da interventi della Capogruppo – la quale, a sua volta, ha potuto giovarsi, proprio nelle scorse settimane, del decisivo sostegno dei Soci di riferimento, che hanno portato a termine un irrobustimento patrimoniale di Almaviva per circa 43 milioni di Euro -. <br />Ad ogni buon conto - al fine di evitare false strumentalizzazioni e, soprattutto, al fine di consentire a tutti piena comprensione dei fenomeni alla base delle nostre decisioni -, i competenti Organi aziendali hanno già deliberato che eventuali benefici - sia nazionali, che locali - che dovessero indirettamente derivare dal trasferimento delle attività in rassegna, saranno rifiutati o integralmente devoluti ai lavoratori più meritevoli di Almaviva Contact, quale premio individuale di merito, al termine di ogni anno.</div>
<div align="justify">
Il costo del lavoro, in altri termini, sarà un fattore assolutamente neutro, nell’ambito dell’operazione di cui si discute. <br />Ribadiamo quindi che la scelta compiuta ha causa e motivazione solo ed esclusivamente nei non più sostenibili risultati economici prodotti dal sito di via Lamaro, determinati da indici qualitativi e produttivi assolutamente non compatibili con la realtà del nostro mercato. <br />Ci rendiamo perfettamente conto che il cattivo andamento sopra evidenziato è il frutto del contegno di una parte soltanto dei dipendenti impegnati nel sito di via Lamaro. Avremmo quindi volentieri evitato, se fosse stato possibile, di praticare la strada intrapresa il 28 agosto u.s., perché non ci sfugge come questa penalizzi ingiustamente le persone serie, diligenti, competenti, comunque presenti presso il Centro. Ma eravamo e siamo certi che la misura adottata possa contribuire a evitare il realizzarsi, di qui a qualche mese, di un’ingiustizia ben più grande: la crisi del complesso delle attività di call center svolte dal nostro Gruppo in Italia, con la conseguente messa in discussione non di 632, ma di oltre 10.000 posti di lavoro.</div>
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Almaviva Contact ha sempre praticato politiche finalizzate alla valorizzazione delle proprie persone. Al di là delle 4.900 assunzioni – stabilizzazioni – fatte nel 2007, negli ultimi anni abbiamo: assunto a tempo indeterminato altre 900 persone; effettuato 1.240 passaggi da 4 a 6 ore e oltre 2.400 passaggi di livello. Inoltre, unica tra le società operanti nel settore del CRM, ci siamo vincolati – per Statuto – a non delocalizzare all’estero, neppure in parte, le nostre attività. <br />D’altro canto, se c’è un’Azienda che non ha mai praticato il “mordi e fuggi” delle provvidenze legate alle fasi di avvio di un’attività imprenditoriale, questa è Almaviva Contact – che ha una presenza ultradecennale nel Mezzogiorno d’Italia -. <br />Abbiamo, dunque, la coscienza a posto. E questo ci dà la forza necessaria per compiere e attuare scelte dolorose, ma inevitabili. </div>
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Marco Tripi <i>Presidente</i> <br />Andrea Antonelli <i>Amministratore Delegato</i> <br />Roma, 5 settembre 2012</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Froma-i-lavoratori-almaviva-non-si.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
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</div>
<br />
<a href="http://lh6.ggpht.com/-kD1RU5tVeks/UJE5hwkV-EI/AAAAAAAAAMw/Ga-eNFhF3sM/s1600-h/1%252520%2525281%252529%25255B2%25255D.jpg"><img alt="1 (1)" border="0" height="184" src="http://lh6.ggpht.com/-Oji-kSV-9to/UJE5jRLLrbI/AAAAAAAAAM4/vxDbqaLSNmU/1%252520%2525281%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (1)" width="244" /></a><a href="http://lh4.ggpht.com/-onPWTV0QJrg/UJE5mpKwaWI/AAAAAAAAANA/PmTNNu0Jx9g/s1600-h/1%252520%2525282%252529%25255B2%25255D.jpg"><img alt="1 (2)" border="0" height="184" src="http://lh3.ggpht.com/-g879LmjA27k/UJE5n782x2I/AAAAAAAAANE/kZW--I_pzeA/1%252520%2525282%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (2)" width="244" /></a><a href="http://lh5.ggpht.com/-w-V9p7hT_Qo/UJE5qDhHcCI/AAAAAAAAANQ/IKl7VVTke7I/s1600-h/1%252520%2525283%252529%25255B2%25255D.jpg"><img alt="1 (3)" border="0" height="184" src="http://lh6.ggpht.com/-C5YzfKr_nX4/UJE5rh8-YLI/AAAAAAAAANY/odxEHX4ssP8/1%252520%2525283%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (3)" width="244" /></a><a href="http://lh3.ggpht.com/-AvNdHs0zNXQ/UJE5tq8vaDI/AAAAAAAAANg/vZOjuXmEnnw/s1600-h/1%252520%2525284%252529%25255B2%25255D.jpg"><img alt="1 (4)" border="0" height="184" src="http://lh4.ggpht.com/-CqIT13ZGJvc/UJE5u_ivEMI/AAAAAAAAANo/1-51aBc67B0/1%252520%2525284%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (4)" width="244" /></a><br />
<a href="http://lh4.ggpht.com/-MuG8mpD8gmY/UJE5x97fAxI/AAAAAAAAANw/WQKaKSyr-l4/s1600-h/1%252520%2525285%252529%25255B2%25255D.jpg"><img alt="1 (5)" border="0" height="184" src="http://lh4.ggpht.com/-5rrpsRybwks/UJE5zXR5KJI/AAAAAAAAAN4/JH_RWu20RHY/1%252520%2525285%252529_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (5)" width="244" /></a><a href="http://lh5.ggpht.com/-JSMX7jXcTH0/UJE51wuYBCI/AAAAAAAAAOA/1ykjtw6lK1g/s1600-h/1%252520%2525286%252529%25255B5%25255D.jpg"><img alt="1 (6)" border="0" height="184" src="http://lh6.ggpht.com/-FGiPaJmmvIk/UJE53JlsKNI/AAAAAAAAAOI/Nmu5AbENlOg/1%252520%2525286%252529_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="1 (6)" width="244" /></a><a href="http://lh5.ggpht.com/-vje95nXwRIE/UJE55jzhSKI/AAAAAAAAAOQ/086mVmB3YPU/s1600-h/399768_4445093056065_1484741115_n%25255B2%25255D.jpg"><img alt="399768_4445093056065_1484741115_n" border="0" height="184" src="http://lh6.ggpht.com/-MzdCi-7ohVU/UJE57Ezs0oI/AAAAAAAAAOY/5aIbMNJMJsk/399768_4445093056065_1484741115_n_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="399768_4445093056065_1484741115_n" width="244" /></a><a href="http://lh4.ggpht.com/-2UrtgAAPeGs/UJE58kR8i7I/AAAAAAAAAOg/BIsLyoZzkvA/s1600-h/Licenziati-call-center-trenitalia_full%25255B2%25255D.jpg"><img alt="Licenziati-call-center-trenitalia_full" border="0" height="173" src="http://lh3.ggpht.com/-yrwyOOjUbeM/UJE597haMVI/AAAAAAAAAOo/pWZGUwlSatM/Licenziati-call-center-trenitalia_full_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="Licenziati-call-center-trenitalia_full" width="244" /></a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-83322969452899028922012-10-31T15:41:00.001+01:002012-11-05T21:20:36.922+01:00Disfonia<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-0vDq3ip2Y9c/UJE4d4JUpJI/AAAAAAAAAMQ/dWETJy-CNMA/s1600-h/offerte-speciali-lancio%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="offerte-speciali-lancio" border="0" height="183" src="http://lh6.ggpht.com/-LE8Tx1F4qBg/UJE4fO3Uk-I/AAAAAAAAAMY/5cGVdV8iprg/offerte-speciali-lancio_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="offerte-speciali-lancio" width="244" /></a>La disfonia è un problema legato alla voce e conseguentemente alla parola, disfonia è un termine medico che deriva dal greco e letteralmente significa disturbo della voce. Da recenti studi è emerso che gran parte della popolazione soffre di questo disturbo, che fortunatamente è di natura benigna e facilmente risolvibile, ma partiamo dall'inizio, come nasce la voce? La voce per essere emessa necessita dell'azione di una sorta di centrale di produzione del suono, di una serie di reti collegate tra loro che lavorando all'unisono consentono alla voce di essere percepita con tutte le sfumature. <br />La laringe è la sede della fonazione (volgarmente chiamata contenitore della voce) ed è formata da un tessuto di cartilagine che è attaccato attraverso una complessa ed articolata struttura muscolare ad altri organi. All'interno della laringe si trovano due corde vocali che nel momento di inspirazione si allontanano tra loro e si riavvicinano nel momento della espirazione.</div>
<div align="justify">
Le corde vocali sono formate da un sistema di piccoli muscoli forati, posizionati all'interno della laringe, che col passaggio di aria viene emessa la voce.</div>
<div align="justify">
In base alla tensione alla quale sono sottoposte le corde vocali e dall'intensità del respiro, è possibile modulare la vibrazione delle corde. È in questo modo che viene generato il suono e di conseguenza la voce.</div>
<div align="justify">
La faringe, che si trova nella parte posteriore della gola, unitamente alla cavità orale formano una sorta di cassa di risonanza.</div>
<div align="justify">
Di conseguenza l'emissione della voce risulta essere costituita da un insieme di organi che lavorano insieme con un meccanismo complesso.</div>
<div align="justify">
Il movimento in completa coordinazione della lingua, della mandibola e del palato molle: questo processo viene chiamato in gergo medico articolazione.</div>
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Il cervello è la centrale di controllo del nostro organismo. È lui che invia e riceve segnali dagli organi del corpo.</div>
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Nel caso specifico dell'apparato fonatorio, e quindi della voce, gli organi interessati sono: diaframma, i muscoli della cassa toracica, addome e tutta gli organi della cavità orale (laringe, faringe, lingua, ecc). Ogni singolo muscolo, ogni singolo movimento è regolato dal cervello. <br />Nel caso specifico dell'apparato vocale, sono i nervi della laringe che dal cervello portano ai muscoli dell'apparato fonatorio le informazioni utili per la corretta emissione della voce. Come tutti i nervi cranici anche quelli della laringe sono due, che entrano direttamente nel cervello attraverso un'apertura specifica, invece di utilizzare come vettore il midollo spinale. <br />Le persone che sono colpite da questo problema hanno raucedine, mal di gola oppure la gola molto secca. In un cantante si può notare con evidenza il problema perché non riesce a cantare le note alte. Altri sintomi possono essere ad esempio un eccessiva emissione di muco nasale e forti bruciori di stomaco. <br />Chi presenta una qualche forma di raucedine per un certo periodo di tempo, che può andare anche oltre un mese, deve rivolgersi al proprio medico di famiglia. In molti casi è lo stesso medico di famiglia che invia allo specialista il paziente affetto dalla patologia. L'otorino esaminerà di conseguenza con apparecchi appositi, orecchio, naso, gola e attraverso uno specchio apposito, esaminerà anche la laringe.</div>
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Se la raucedine persiste ed a questo problema si aggiungono difficoltà a deglutire anche liquidi, otiti ricorrenti, tosse accompagnata da sangue, calo ponderale e diminuzione dell'appetito, possono far pensare ad una patologia molto grave. In questi casi particolari gli esami approfonditi sono obbligatori. <br />Principali cause di disfonia:</div>
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Infiammazione della laringe che può essere a medio o lungo termine. <br /> Noduli sulle corde vocali (patologia ricorrente nei cantanti). <br /> Noduli sulla tiroide, riconducibili ad un ipotiroidismo. <br /> Alcuni interventi a carico della laringe, compresa la rimozione della tiroide e patologie polmonari, possono portare ad avere dei problemi alla voce.</div>
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Essendo la laringe il contenitore vocale, i pazienti che necessitano di subire un intervento alla stessa, devono essere informati sull'eventualità che la cicatrice sulla laringe potrebbe provocare dei cambiamenti alla propria voce.</div>
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Spesso il cambiamento di voce può essere legato oltre ad una normale raucedine, anche a fattori di stress. In questi casi è fondamentale rimuovere la causa che provoca il problema, rivolgendosi anche ad un logopedista. <br />Tutte queste problematiche sono comuni in otorinolaringoiatria, ma ci sono altri problemi che possono essere la causa di cambiamenti del tono della voce che non saranno affrontati in questo ambito.</div>
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Ogni caso è diverso dagli altri, per cui la terapia è assolutamente personale. Di seguito sono riportati i metodi più utilizzati.</div>
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<b>Terapia conservativa</b></div>
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Con questa modalità vengono eliminati i principali fattori di rischio, stress, alcool e fumo. Se il paziente accusa una secchezza alla gola, gli viene suggerito di bere molti liquidi per mantenere idratata la parte. La voce deve essere messa completamente a riposo per almeno 2 o 3 giorni. Può sussurrare anche se la soluzione migliore sarebbe quella di utilizzare un blocco e scrivere. <br /><b>Intervento del logopedista</b></div>
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Il ruolo di questo specialista è importante nei disturbi della voce, come nel caso di edemi alla laringe, di noduli sulle corde vocali. È da sottolineare che questo medico riesce ad identificare un uso sbagliato nella modulazione della voce, che viene fatto indipendentemente dalla nostra volontà. Si tratta di un uso sbagliato ed inconscio di questo mezzo. Nella maggior parte dei casi, i problemi richiedono diverse settimane (per i casi meno gravi), mentre qualche mese per quelli più complessi.</div>
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<b>Eventuale terapia medica</b></div>
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Spesso i problemi a carico dell'apparato vocale sono dovuti ad infezioni causate da virus, e che di regola colpiscono la parte superiore (laringiti). I rimedi più utilizzati in questa situazione sono il riposo a letto, utilizzo di paracetamolo e gargarismi per disinfettare il cavo orale. Si ricorre agli antibiotici nel caso vi sia una presenza di batteri. Spesso si fa ricorso a spray nasali, soprattutto per quei pazienti che soffrono di infiammazioni che colpiscono i seni nasali. Di solito queste infiammazioni causano la formazione di fastidioso catarro.</div>
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<b>Ricorso alla chirurgia</b></div>
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Si ricorre alla chirurgia nel caso in cui sia necessario eseguire una biopsia del tessuto, oppure nel caso si debba eseguire un trattamento laser per rimuovere dei tumori. Tutte queste operazioni avvengono in laparoscopia ed anestesia generale. La visita della laringe viene effettuata attraverso un microscopio altamente preciso. Questa procedura è nota come microlaringoscopia oppure come microchirurgia endolaringeale.</div>
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<i>(fonte: www.inerboristeria.com)</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fdisfonia.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-35425954677196970252012-10-31T15:38:00.001+01:002012-11-05T21:22:28.719+01:00Verba volant, scripta manent<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-8us659oP5r8/UJE3x7cQRqI/AAAAAAAAAMA/d9rj2aYp8Kc/s1600-h/contratto-di-lavoro%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="contratto-di-lavoro" border="0" height="185" src="http://lh4.ggpht.com/-OfWQtkaApiQ/UJE3zL9qkjI/AAAAAAAAAMI/G67UQkSqXTI/contratto-di-lavoro_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="contratto-di-lavoro" width="244" /></a>Alcuni colleghi ci comunicano che in questi ultimi mesi hanno notato nella propria busta paga, la ridefinizione del calcolo dei propri permessi sulla base delle percentuali cds. A dispetto di quello che era stato comunicato loro in assemblea. <br />Riteniamo queste lamentele giuste da alcuni punti di vista, ma sintomatiche del fatto che molti colleghi considerano ancora ciò che viene, a cuor leggero, diramato nelle assemblee sindacali, oro colato.</div>
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Noi di ASI all'indomani della firma dell'accordo che disciplinava e stabiliva l'entrata in vigore del contratto di solidarietà per alcune sedi Almaviva Contact in tutta Italia, abbiamo subito posto l'accento su alcune lacune sia in termini formali che <a href="http://www.sindacatoasi.it/attachments/article/123/A%20rischio%20500%20operatori%20del%20call%20center%20Almaviva.pdf">sostanziali</a>. <br />Logica e prassi vorrebbe che se è vero che il contratto di solidarietà nasce per "spalmare" una serie di esuberi che altrimenti avrebbero rischiato il licenziamento, allora bisogna ragionare sulla base di incidenza economica. <br />Per capirci infatti, <b>il riproporzionamento o ridefinizione dovrebbe avvenire nella misura in cui il lavoratore chieda la monetizzazione dei propri permessi o istituti</b>, ma laddove la monetizzazione non è richiesta dal lavoratore, non si capisce a quale titolo e per quale motivo debbano essere riproporzionate le ore di permessi fruibili.</div>
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Questo ovviamente è un ragionamento logico che però nella sostanza, almeno nel nostro caso non è stato applicato.</div>
<div align="justify">
Nella sezione approfondimenti alla voce "contratto di solidarietà", specifichiamo chiaramente che:</div>
<div align="justify">
Le ferie sono ammesse al trattamento integrativo se maturate in costanza del contratto di solidarietà ed usufruite nell’ambito della validità del decreto concessivo del trattamento stesso (circ. n. 2749 del 1986). <br />Se godute successivamente al periodo di C.d.S. rimarranno a totale carico del datore di lavoro. <br />Sono parimenti a totale carico del datore di lavoro le ferie maturate in periodi anteriori al contratto di solidarietà.</div>
<div align="justify">
Ferie, ROL, istituti contrattuali annuali (compreso i premi), 13 mensilità: la quota parte non lavorata viene integrata al 80% per i ratei giornalieri in C.d.S. <br />Le ferie e i permessi maturano cioè per intero. E’ la loro retribuzione che viene per la quota parte relativa alla riduzione di orario integrata all’ 80%.</div>
<div align="justify">
Alcuni di voi attenderanno le prossime assemblee per capirci qualcosa, ma basta leggere l'accordo firmato il 13 marzo, per capire il funzionamento di tali istituti. <br />Noi siamo sempre più convinti che le espressioni sindacali che ad oggi sono presenti in azienda non solo non riescono a comprendere ciò che firmano, ma continuano a "giocare" con la vita dei lavoratori affermando tutto ed il proprio contrario...</div>
<div align="justify">
<i>"(...) per effetto della riduzione di orario come sopra definita, la retribuzione diretta, indiretta e differita nonchè gli istituti normativi contrattuali e di legge sono definiti e corrisposti in misura proporzionale all'effettiva prestazione di lavoro..."</i></div>
<div align="justify">
<a href="http://www.sindacatoasi.it/attachments/article/13/13_Marzo_CdS.pdf">Accordo del 13 marzo 2012</a></div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fverba-volant-scripta-manent.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-44101583733462913422012-10-31T15:36:00.001+01:002012-11-05T21:23:35.973+01:00CdS, c’è da staffare<div align="justify">
<a href="http://lh6.ggpht.com/-rfDiKfoe4qs/UJE3a3LtNXI/AAAAAAAAALw/l0Lh-XyBJIw/s1600-h/libreria%25255B2%25255D.jpg"><img align="left" alt="libreria" border="0" height="221" src="http://lh4.ggpht.com/-oWTs_UHcd2g/UJE3cU9Z2dI/AAAAAAAAAL4/_180hrfE__c/libreria_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="libreria" width="244" /></a>Per chi lavora nel mondo dei call center, il termine "staffaggio" è di comune e normale comprensione, termine che tuttavia non trova riscontro alcuno in qualsiasi dizionario nè in generiche terminologie tecniche specifiche. <br />In realtà tale termine dovrebbe indicare le "risorse" impiegate in un determinato momento su una determinata attività; preso a piene mani dal connubio di un termine specifico del settore edilizio e meccanico (che sta ad indicare dei bulloni o attrezzi atti ad unire una costruzione) con il termine inglese staff (che per assonanza sta ad indicare le risorse di un progetto o di una attività produttiva). <br /><b>ASI</b> è un megafono per i lavoratori nei confronti dell'azienda (quello che in realtà dovrebbe fare qualsiasi sigla sindacale), ed in questo periodo riceviamo decine e decine di segnalazioni, riguardo la gestione dei cds (contratti di solidarietà), a dire il vero avevamo già posto l'accento sulla gestione alla quale giornalmente assistiamo della solidarietà nel sito Almaviva di Palermo. <a href="http://sindacatoasi.it/comunicati/142-clima-sempre-piu-cupo.html">http://sindacatoasi.it/comunicati/142-clima-sempre-piu-cupo.html</a> <br />Ma ad oggi continuano dicevamo, ad arrivarci segnalazioni che sempre più portano a pensare che la solidarietà possa essere utilizzata ad uso e consumo aziendale (nella più bieca accezione) senza tener conto delle necessità di molti propri dipendenti. <br />Lavoratori che avevano richiesto per tempo ed ovviamente per motivi personali la possibilità di poter usufruire di una giornata di festività infrasettimanale ad esempio per il 2 giugno, e che invece si ritrovano imposta la solidarietà in formazione per quel giorno, senza possibilità di appello. <br />Siamo coscienti del fatto che esistano delle esigenze aziendali alle quali i Lavoratori ob torto collo sono sempre andati incontro, ma in questo momento sta passando il messaggio che le esigenze dei Lavoratori debbano essere sacrificate in nome di una "sostenibilità occupazionale". <br />Da troppo tempo assistiamo ad una gestione "unilaterale" degli istituti che in definitva dovrebbero essere diritti dei lavoratori, già in passato avevamo denunciato questo comportamento, ma nulla ad oggi è cambiato. <a href="http://sindacatoasi.it/notizie1/106-quousque-tandem-abutere-almaviva.html">http://sindacatoasi.it/notizie1/106-quousque-tandem-abutere-almaviva.html</a> <br />La nostra azienda continua a far finta che le richieste di confronto portate avanti da <b>ASI</b> siano pure formalità letterarie, i lavoratori stanno ancora una volta cominciando ad intuire che in questo clima, qualsiasi voce dissonante dal pensare comune debba essere snobbata o in casi estremi messa in disparte. <br />Questo ragionamento continuato nel tempo, porterà a gravi tensioni, non tra l'azienda e le sigle firmatarie del ccnl (che ormai nella migliore delle ipotesi vengono utilizzate dai Lavoratori come mera e sterile fonte di notizie riguardo la propria vita lavorativa), ma tra l'azienda ed i propri lavoratori e le conseguenze di questo clima sono già evidenti tutt'oggi. <br />Chiediamo ancora che l'azienda renda <b>ASI</b> edotta dei criteri utilizzati per la pianificazione dei contratti di solidarietà e quali sono le discriminanti che favoriscono alcune scelte piuttosto che altre.</div>
<b> </b><br />
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<b><br /></b></div>
<b> </b> <br />
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<i>30 maggio 2012</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fcds-ce-da-staffare.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-64918612322216707222012-10-31T15:34:00.001+01:002012-11-05T21:24:55.574+01:00Siamo alla frutta<div align="justify">
<a href="http://lh4.ggpht.com/-4KC-pvA7qsY/UJE29NeWXlI/AAAAAAAAALQ/n3gi_7ds0pA/s1600-h/016602-sms_bugiardi%25255B3%25255D.jpg"><img align="left" alt="SMS. Funny young businesswoman reading bad news text messag" border="0" height="164" src="http://lh3.ggpht.com/-pfyOboMTvLE/UJE2-PYF_jI/AAAAAAAAALY/0rTt-hSn6YU/016602-sms_bugiardi_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="SMS. Funny young businesswoman reading bad news text messag" width="244" /></a>Da tempo è palese a tutti i lavoratori dell'azienda Almaviva, la (dis)organizzazione che regna all'interno del luogo di lavoro, in particolar modo nell'ultimo periodo con la gestione dell'applicazione del contratto di solidarietà; ne avevamo già parlato in precedenti interventi.</div>
<div align="justify">
Quella che oggi vogliamo raccontarvi è una <b>storia che rasenta l'inverosimile</b>, proprio una di quelle storie dove ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate, se non fosse che la collega coinvolta, purtroppo rischia per questo tipo di gestione di perdere parte del proprio salario mensile ma... cominciamo dall'inizio.</div>
<div align="justify">
Una collega dopo aver preso visione delle giornate di solidarietà caricate secondo le percentuali previste nel proprio servizio, scrupolosamente prende nota delle date di astensione dal luogo di lavoro e rientra quando previsto dalla pianificazione ricevuta. <br />Al suo rientro, con sommo stupore, scopre che avrebbe dovuto rientrare proprio nel giorno di CdS. <br />Sbigottita chiede spiegazioni e pretende di sapere come le avessero comunicato la revoca, in che tempi e soprattutto con quali modalità. <br />La risposta? eccola...</div>
<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-kAmp_aiuFZc/UJE2_r-NYcI/AAAAAAAAALg/bncxvZEHCj4/s1600-h/cell%252520almaviva%25255B4%25255D.gif"><img align="right" alt="cell almaviva" border="0" height="378" src="http://lh4.ggpht.com/-dNIegQCbpMw/UJE3BCyGpsI/AAAAAAAAALk/-73Hj8nuAHs/cell%252520almaviva_thumb%25255B2%25255D.gif?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: right; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="cell almaviva" width="205" /></a></div>
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<br /></div>
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Proprio così, le era stato inviato un SMS, un messaggino a mezzo cellulare che la informava con un paio di giorni di anticipo, che la giornata prevista di solidarietà le era stata revocata e per tale motivo avrebbe dovuto presentarsi in azienda svolgendo il suo normale turno lavorativo.</div>
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<b>Da quando lo "Short Message Service" sia diventato una modalità valida e confermata di comunicazione aziendale a noi di ASI sfugge.</b></div>
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Ma continua a sfuggire ancor di più una gestione, che in casi limite come questo, sta cominciando ad assumere connotazioni che spaziano dall'inverosimile all'inaccettabile.</div>
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Ricordiamo all'azienda che l'<a href="http://www.sindacatoasi.it/attachments/article/13/13_Marzo_CdS.pdf">accordo firmato in data 13 marzo 2012</a> prevede la possibilità, eccezionale, per l'azienda di poter richiamare in servizio un proprio lavoratore, con un preavviso adeguato di norma di 48 ore dall'effettiva prestazione lavorativa, in assenza di specifiche all'interno di tale accordo circa le modalità comunicative, con le quali richiamare i propri lavoratori, in via del tutto eccezionale, revocando una o più giornate di solidarietà già pianificate e comunicate al lavoratore, ci rifacciamo al <a href="http://www.sindacatoasi.it/norme-e-leggi/26-ccnl-telecomunicazioni-2009-2011.html">CCNL</a> e nello specifico all'art. 27, che conferma il preavviso di 48 ore rispetto alla "richiamata" in servizio del lavoratore.</div>
<div align="justify">
Per quanto riaguarda le modalità di comunicazione del rientro, logica e buon senso impongono che per "modalità valida" debba intendersi una modalità dove il richiedente "azienda" abbia un feedback immediato e certo dell'effettiva ricezione e comprensione della natura e dei tempi di richiamo da parte del richiesto "lavoratore", ed ovviamente<b>l'sms non può in alcun modo o titolo rientrare in questa casistica di modalità comunicativa</b>, non essendo ne certa ne certificata la ricezione dello stesso, ed allo stesso tempo non avendo certezza immediata l'azienda, di corretta interpretazione e comprensione della richiesta.</div>
<div align="justify">
Continuiamo purtroppo, e lo notiamo davvero a malincuore, come la gestione delle proprie risorse umane stia sempre più diventando un concetto lontano dalla comprensione dell'azienda, che continuando a perseverare in questa gestione superficiale e noncurante delle esigenze dei propri lavoratori, continua sempre più a creare quel clima di disfattismo e poca stima nei confronti del lavoro svolto.</div>
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<i>06 giugno 2012</i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fsiamo-alla-frutta.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
<div align="justify">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-37379678903829872442012-10-31T15:30:00.001+01:002012-11-05T21:26:21.384+01:003 domande all’Albania<div align="justify">
<a href="http://lh4.ggpht.com/-KQ_y0eq8EPU/UJE2HPWmIfI/AAAAAAAAALA/t6SV39T57G0/s1600-h/a-Albania-1%25255B3%25255D.jpg"><img align="right" alt="a-Albania-1" border="0" height="184" src="http://lh3.ggpht.com/-y0sqA45kscw/UJE2IEghcGI/AAAAAAAAALI/9OdeqnGccEk/a-Albania-1_thumb.jpg?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: right; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="a-Albania-1" width="244" /></a>Da più di un anno sui lavoratori del comparto CRM della nostra azienda, e più in generale il mondo call center in tutta Italia, incombe una spada di Damocle. <br />La delocalizzazione fuori dal territorio della comunità Europea, i motivi?, risparmio dei costi, gestione semplificata, gare al ribasso per l'aggiudicazione di nuovi clienti. <br />Ci troviamo di fronte ad uno scempio che potrebbe raggiungere proporzioni bibliche, che coinvolge migliaia di famiglie con i loro, già di per se, scarsi redditi, che azzera il ceto medio-piccolo, impoverendolo sempre di più, portandolo alla soglia della povertà. <br />Mete gettonate di tale politica insensata, i paesi dell'est in via di sviluppo, Albania, Romania, Bulgaria. <br />In questa breve intervista tenteremo di dare un senso a questo, di capire quali sono i reali motivi che spingono a spostarsi fuori dall'Italia ma sopratutto capiremo, <br />a chi realmente interessa tutelare il lavoro in Italia?</div>
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traduzione del testo di un articolo apparso su un sito internet Tedesco <a href="http://news.albania.de/2010/12/29/call-center-boom-in-albanien/">http://news.albania.de/2010/12/29/call-center-boom-in-albanien/</a></div>
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<b>Call Center Boom in Albania</b> <br />Un boom, come in India 10 anni fa...</div>
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<i>29 dicembre 2010 / 08:56</i></div>
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<b>Boom di Call Center in Albania a basso costo</b> <br />Costi di manodopera a basso costo e le tasse sono basse adescare sempre più investitori in questo settore per il paese in mezzo alla crisi economica globale. <br /><i>Fatjon Kodra</i> <br />Tirana "<i>Ciao, mi chiamo Bruno e chiamo da Milano. Vorrei farvi conoscere i prodotti della nostra azienda. Siete interessati?</i> " <br />Si tratta di una telefonata comune che la maggioranza degli italiani riceve quasi ogni giorno. Tuttavia, "Bruno" si chiama in realtà Kujtim e lui non chiama da Milano, ma da una cabina in un call center a Tirana, Albania. <br />Gli ultimi due anni hanno visto un boom di società estere call-center che si trovano in Albania, in particolare quelle Italiane. Essi offrono servizi quali le telecomunicazioni, le vendite online, sondaggi e informazione, pubblicità e servizi bancari. <br />I motivi per cui hanno scelto l'Albania sono dati dalla forza lavoro a basso costo per le aliquote più basse e la conoscenza diffusa della lingua italiana in Albania, che riflette il forte legame culturale tra i quasi-vicini di casa su entrambi i lati del mare Adriatico. <br />Marin Sheldija, manager di <b>Tele-Performance Albania</b>, che ha stabilito la sua prima filiale in Albania nel 2008, dice che la forza lavoro competitiva e più economica della sua azienda e le tasse più basse li ha attirati verso il paese. <br />"In primo luogo abbiamo creato una filiale a Tirana con 150 dipendenti, ma come ci siamo resi conto di quanto fosse più conveniente per fare questo tipo di attività qui che in Italia abbiamo aperto un'altra sede a Durazzo," afferma. <br />Il divario dei salari su entrambi i lati del mare Adriatico è drastico. Un italiano operatore di call-center all'ora possono aspettarsi di guadagnare 12-16 euro. Il suo omologo albanese fa una media di soli 1,1 euro all'ora - meno di un decimo della somma precedente.</div>
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Oggi, <b>Tele-Performance </b>ha 1.400 dipendenti in Albania e Sheldija dice: il sistema fiscale albanese è generalmente amichevole verso la ricerca delle imprese. "In Italia, queste aziende devono pagare molto di più". <br />Nertila Macaj, amministratore della <b>Tregi Marketing Group</b>, afferma "i minori oneri fiscali e il costo del lavoro più basso, non sono le uniche ragioni per cui i call center stanno arrivando in Albania". <br />"I lavoratori qui sono più desiderosi di avere successo, mentre la maggior parte degli italiani considera questo tipo di lavoro una professione di seconda classe", dice Macaj. <br />La società tedesca venne a Tirana 18 mesi fa e offre servizi a clienti in Italia, Germania e Spagna. Con una filiale di nuova apertura nel porto di Durazzo, <b>Tregi Marketing</b> impiega circa 1.400 giovani albanesi, mediamente di 18/20 anni. <br />Lavorare in Albania ha le sue sfide. "La maggior parte dei nostri lavoratori sono gli studenti e le loro vite non sono stabili", ha spiegato Macaj. <br />"Spesso abbandonano dopo pochi mesi a causa dei loro studi, quindi dobbiamo trovare altro personale continuamente". <br />Anche se ammette Macaj "gli stipendi iniziali sono bassi, l'azienda però offre incentivi per trattenere i loro giovani dipendenti a lungo termine".</div>
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<b>ASI</b> da più di un anno è presente su facebook con un presidio permanente per dire "<a href="http://www.facebook.com/NoallaDelocalizzazione">NO alla delocalizzazione</a>"</div>
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2F3-domande-allalbania.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-31279857686087674182012-10-31T15:26:00.001+01:002012-11-05T21:27:26.487+01:00Sindrome del tunnel carpale<a href="http://sindacatoasi.it/images/Notizie/sindrome_tunnel_carpale.jpg"> </a><br />
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<a href="http://sindacatoasi.it/images/Notizie/sindrome_tunnel_carpale.jpg"><br /></a></div>
<a href="http://sindacatoasi.it/images/Notizie/sindrome_tunnel_carpale.jpg"> </a><a href="http://lh3.ggpht.com/-21vqZwvvM5E/UJE1hc0graI/AAAAAAAAAKw/QSMvpGeLi88/s1600-h/foto%25252011%25255B2%25255D.gif"><img align="left" alt="foto 11" border="0" height="158" src="http://lh4.ggpht.com/-AFcMPRUD1pE/UJE1iuNkW9I/AAAAAAAAAK0/vbEM8Ln0l2E/foto%25252011_thumb.gif?imgmax=800" style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; float: left; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="foto 11" width="244" /></a>La <b>sindrome del tunnel carpale</b> è una neuropatia dovuta all'irritazione o alla compressione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale carpale. <br />
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Questo è una cavità localizzata a livello del polso. In posizione anatomica abbiamo posteriormente le ossa carpali e anteriormente il legamento trasverso del carpo. Nel tunnel così formato passano, oltre al nervo mediano, le vene e i tendini dei muscoli flessori delle dita.</div>
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La sindrome è dovuta più frequentemente all'infiammazione cronica della borsa tendinea dei flessori (tenosinovite), che comprime il nervo mediano. Può manifestarsi in corso di gravidanza, nei soggetti affetti da ipertiroidismo e nei soggetti affetti da artrite reumatoide. Sono più frequenti nei soggetti che utilizzano le mani per lavori di precisione e tipicamente ripetitivi.</div>
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La sindrome si manifesta più spesso nei soggetti femminili ultraquarantenni, con disturbi della sensibilità che colpiscono le prime 3 dita (pollice, indice, medio) e metà del quarto dito della mano. Tali disturbi, che si presentano prevalentemente durante la notte, possono evolvere nei casi più gravi in una progressiva ed irreversibile perdita della sensibilità alle prime 3 dita ed alla mano dal lato volare seguita da ipo-atrofia dei muscoli della mano (muscoli tenari): ma anche agli uomini trentenni che fanno sforzi come giocare a bowling, muovere mouse, usare il martello pneumatico. Il paziente avrà difficoltà ad eseguire lavori con le dita come svitare una bottiglia o lavorare a maglia. Nelle fasi iniziali il paziente lamenta parestesie a scossa. Clinicamente il dolore e le parestesie possono essere evocati attraverso la percussione fasica a livello del tunnel carpale (segno di Tinel). Se il paziente lamenta la comparsa di scosse il segno è da considerarsi positivo. Altro segno caratteristico è la manovra di Phalen che consiste nel tenere iperflessi i polsi l'uno contro l'altro per 1 minuto: la comparsa di parestesie è da considerarsi un segno positivo per la sindrome. La valutazione clinica della sindrome avviene attraverso la raccolta dei sintomi lamentati dal paziente e attraverso le manovre ortopediche sopracitate. La diagnostica consente di porre diagnosi di malattia con certezza utilizzando l'EMG (elettromiografia) metodica che consiste nell'applicare elettrodi e misurare le caratteristiche di conduzione del nervo facendo passare corrente di bassa intensità attraverso il nervo. Un nervo alterato, perché compresso, infatti ha un particolare segnale alterato alla EMG, facilmente individuabile. Il trattamento è medico attraverso una oculata infiltrazione di cortisone nelle fasi iniziali. Quando la sindrome è cronica è preferibile il trattamento chirurgico in anestesia locale che consiste in un release del nervo al carpo (sindesmotomia del legamento trasverso del carpo) attraverso una piccola incisione (1-2 cm) in sede carpale, volarmente. Ad intervento eseguito il dolore si risolve velocemente, mentre le parestesie possono perdurare anche per alcune settimane in quanto il nervo, quando molto compresso, recupera molto lentamente. Se la compressione è durata troppo a lungo con una atrofia degli assoni il nervo non recupera più nonostante l'intervento.</div>
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La posizione corretta nell'uso della tastiera permette di ridurre la sindrome del tunnel carpale. In Italia l'uso professionale delle tastiere, l'altezza, le caratteristiche della corretta posizione seduta e le altre indicazioni sull'argomento sono stabilite con Decreto Legislativo n. 81 del 2008.</div>
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<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-36958768877874128952012-10-31T11:50:00.001+01:002012-11-05T21:28:39.895+01:00Servizio Enel<div align="justify">
Almaviva Contact Palermo, Servizio Enel</div>
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Termina oggi la gestione di <b>ENEL Energia</b> per accogliere dalla prossima settimana, il nuovo <b>ENEL Servizio Elettrico</b>.</div>
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Ma il passaggio di testimone, non è immune da malcontenti legati a deficit organizzativi e limiti comunicativi; questa la denuncia dei colleghi. <br />
Persone che da Lunedì sarebbero state formate per la nuova commessa, solamente oggi ricevono comunicazione (alcuni colleghi non erano neanche a lavoro) che per motivi non meglio specificati, non parteciperanno alla relativa formazione ma saranno spostate su altri servizi.</div>
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Dopo una pianificazione che dura mesi, riteniamo assolutamente irrispettoso e lontano da qualsiasi "codice etico", stravolgere senza adeguato preavviso, la vita organizzativa e emotiva delle persone. Inoltre, quali sono stati i criteri di tale esclusione? </div>
Richiedere fiducia prevede impegno reciproco. E' assolutamente inaccettabile un tale comportamento aziendale, ancora una volta arbitrario e lontano dalle persone.<br />
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<i>04 Maggio 2012 </i><br />
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<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fservizio-enel.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Almaviva Contact Palermo, servizio Sky</div>
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La mission di un sindacato è quella di tutelare i lavoratori e tentare in ogni sede di patrocinare i loro interessi.<b> <br />ASI</b> si propone questo.</div>
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Allo stesso tempo, tuttavia, ravvediamo comportamenti da parte dei lavoratori che a tutti i costi vanno stigmatizzati e denunciati, nell'interesse della collettività tutta.</div>
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Sia chiaro, stiamo parlando di comportamenti di buon senso e di civiltà. <br />
E' inammissibile poter tollerare una prassi diffusa (che a onor del vero stiamo monitorando) riguardo il voler fumare nei locali adibiti a bagni. <br />
Non è corretto ne tollerabile! <br />
Tralasciamo tutte le considerazioni in materia di salubrità dell'aria respirata che pur da sole meriterebbero una analisi dettagliata e documentata, ma trovare nei w.c. una situazione come quella proposta in foto è davvero intollerabile. <br />
Laddove neanche la ditta preposta alle pulizie giornaliere in alcuni casi può operare in quanto di difficile accesso alla pulizia ordinaria.</div>
<div align="justify">
Invitiamo ed esigiamo da tutti i nostri colleghi un rispetto per i locali ma sopratutto un rispetto per i propri colleghi di lavoro. </div>
Le tutele vengono sancite dal CCNL e dalla legge Italiana, allo stesso modo i richiami e le ammonizioni sono anch'esse regolamentate da questi strumenti, art. 47A al comma 2 lettere C - E - L - M del <a href="http://www.sindacatoasi.it/norme-e-leggi/26-ccnl-telecomunicazioni-2009-2011.html">CCNL</a>, ricordiamo inoltre che all'interno dei locali adibiti a bagni trovano spazio dei macchinari elettronici e di ventilazione, per questo fumare in locali dove è espressamente vietato può in ultima istanza comportare un licenziamento senza preavviso secondo l'art. 47B lettera N.<br />
<div align="justify">
"<i>In tale provvedimento incorre il lavoratore che provochi all’azienda grave nocumento morale o materiale o che compia, in connessione con lo svolgimento del rapporto di lavoro, azioni che costituiscono delitto a termine di legge: (...) fumare dove ciò può provocare pregiudizio alla incolumità delle persone od alla sicurezza degli impianti</i>."</div>
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<i>11 Maggio 2012</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fvietato-fumare.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-18906101906506564172012-10-31T11:48:00.001+01:002012-11-05T21:32:11.540+01:00Nausea<div align="justify">
Almaviva contact Palermo </div>
<div class="wlWriterEditableSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:15ea7f86-ac48-4ebd-9dcc-72401f4740e5" style="display: inline; float: none; margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<br />
<div align="justify">
Lo sfogo di un collega...</div>
<div align="justify">
Un collega scrive ad ASI non specificando però il servizio di appartenenza, ma solo la sede Palermo, ASI da voce a tutti i Lavoratori, di seguito il testo:</div>
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Nausea, profondo e inequivocabile senso di nausea! <br />
Predominante ...quando dopo aver provato a costruire nuove basi e con nuova energia, ti accorgi che non e' servito a niente. ..che sei ancora una volta solo e sempre una pedina , un numero, un'entità priva della piu' misera considerazione. Che non sei degno di rispetto e della giusta attenzione che una "risorsa" UMANA dovrebbe avere: RISORSA = FONTE DI RICCHEZZA. Questo dovremmo essere per la nostra azienda. <br />
Invece rimane lo sdegno per la superficialità con la quale certe decisioni sono prese e messe in atto. <br />
Annichilisco davanti alla sgradevolezza di gesti e gestioni, di chi a questo punto, ormai senza alcun dubbio, ricopre ruoli per i quali non ha le richieste competenze; non sarà di certo una partita di calcetto a far tornare in azienda il clima agognato! <br />
Grandi e grossi altisonanti Manager, SVEGLIAAAAAAAAA! Gestite persone e non sacchi di patate o greggi di pecore. <br />
L'assurdo desiderio di una dignita' continua a GRIDARE nelle orecchie di chi e' sordo ormai da troppe stagioni. <br />
"La Terra non puo' volere male all'albero?" Ma di cosa stiamo parlando?</div>
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<i>21 Maggio 2012</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: right;">
<a href="http://www.share-widget.com/myshare.php5?p=facebook&u=http%3A%2F%2Fsindacatoasi.blogspot.it%2F2012%2F10%2Fnausea.html" target="_blank"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHwFLYPCA-cClBe7yVlE1u1bQnficE3eCuiFEFeiAs6-vmoeudCB3-cKPTf9jAdfVqfFtFFgmxdFkm4K-8kH_3oA0beg_EptDb9U-fMTAkaBypMSjaI8ZazSorFCNe4Lya76whRn5k7Vs/s1600/4033033055.png" height="25" width="200" /></a></div>
</div>
<ul> <div align="justify">
</div>
</ul>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-60832821534500521532012-10-31T11:47:00.001+01:002012-10-31T15:16:10.470+01:00CSI Palermo<strong>Almaviva Contact </strong><strong>Palermo </strong>Marcellini<strong> (Servizio SKY)</strong><br />
<br />
Da circa una settimana nel bagno delle donne del 5° piano, è presente una traccia inquietante. <br />
Il colore fornisce una prima indicazione sulla presunta natura ematica, ma il responsabile delle indagini, ci invita a mantenere la calma e attendere gli esiti del <strong>luminol</strong> (composto chimico utilizzato per rilevare il sangue). <br />
La squadra CSI, raccomanda di non diffondere il panico e informa che già da domani potremmo ricevere una chiamata per esprimere il giudizio sul loro operato. <br />
Nell'attesa dei risultati di laboratorio, la squadra anticrimine si è recata sul luogo del delitto per raccogliere campioni di DNA dei lavoratori e inchiodare il colpevole. <br />
Nessun indizio verrà tralasciato.<br />
E' necessario stare tranquilli, mantenere la calma e soprattutto collaborare <strong>prima che qualcuno decida di RIPULIRE LE TRACCE. </strong>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-35451977616987195592012-10-31T11:45:00.001+01:002012-10-31T15:16:34.075+01:00Incendi<div align="justify">
Non è sufficiente che il datore di lavoro designi i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure diprevenzione incendi e lotta antincendio (art. 18 del TU 81/08*) ma occorre che il personale identificato per svolgere detta funzione venga inserito nei turni di lavoro, allo scopo di garantire sempre in azienda la presenza di almeno uno degli operatori designati. La cui capacità, migliorata dalla formazione specifica e dall’aggiornamento continuo, può così, in qualunque momento, rappresentare un reale, concreto ed efficace strumento di garanzia contro i rischi per la sicurezza e la salute (nel caso portato ad esempio, del rischio incendio). <br />Questo principio - che chiamerei di “puntuale e concreta applicazione, nello spazio e nel tempo, delle regole e delle misure di sicurezza adottate nei programmi e nei regolamenti aziendali” – , è stato confermato dalla Corte di Cassazione Penale con la sentenza n. 22334 del giugno scorso. <br />Il provvedimento ha condannato il direttore di un albergo romano colpevole di non aver provveduto, con turni adeguati, a garantire la presenza del personale qualificato per la prevenzione e la lotta contro l’incendio. Nella vicenda oggetto di giudizio, in mezzo alle fiamme erano deceduti tre ospiti della struttura ricettiva che, svuotando un posacenere nel cestino dei rifiuti, avevano inavvertitamente provocato l’incendio e nessuno dei dipendenti in servizio era potuto intervenire, nè prontamente nè efficacemente, proprio perchè nessuno fra di essi, era qualificato per farlo. <br />L’hotel è stato condannato per non aver data attuazione al proprio piano antincendio, secondo il quale si rendeva necessaria la presenza continua ed in rotazione del personale addestrato per gestire l’emergenza, il cui piano regolamentava la creazione e i compiti specifici di una squadra antincendio composta da un congruo numero di dipendenti formati ed aggiornati. <br />* Estratto dal TU 81/08: “1. Ai fini degli adempimenti di cui all’articolo 18, comma 1, lettera t), il datore di lavoro: <br />a) Organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza; <br />b) designa preventivamente i lavoratori di cui all’articolo 18, comma 1, lettera b); <br />c) informa tutti i lavoratori che possono essere esposti a un pericolo grave e immediato circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare; <br />d) programma gli interventi, prende i provvedimenti e dà istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro; <br />e) adotta i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell’impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili; <br />e-bis) garantisce la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio ed al livello di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati. L’obbligo si applica anche agli impianti di estinzione fissi, manuali o automatici, individuati in relazione alla valutazione dei rischi.</div>
<br />
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<img alt="AlmavivaContact" height="50" src="http://sindacatoasi.it/images/banners/AlmavivaContact.jpg" style="display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="182" /></div>
<div align="justify">
<em>Comunicazione operativa diramata il 09 ottobre 2012 </em></div>
<div align="justify">
DISPOSIZIONI GENERALI PER TUTTO IL PERSONALE (ANCHE ESTERNO)</div>
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<strong>Prendere attenta visione delle planimetrie con indicate le vie di esodo da percorrere per il raggiungimento delle uscite di emergenza.</strong></div>
<div align="justify">
In caso di emergenza ciascuno deve adoperarsi affinchè la gestione delle emergenze e l'eventuale abbandono dell'edificio avvenga nella maniera più ordinata possibile, non mancando di prestare la propria collaborazione a quanti si trovino in difficoltà o abbiano problemi che ne impediscano il rapido allontanamento dal fabbricato. <br />Prima regola è quella di <strong>mantenere la calma</strong>.</div>
<div align="justify">
Attendere sempre (ove possibile) le istruzioni degli addetti alla gestione delle emergenze; in caso di evacuazione il luogo di raduno è: <br /> > Punto di Raccolta: <strong>Piazzale dinanzi il fabbricato</strong> (evitando assembramenti che ostacolino l'accesso ai mezzi di soccorso).</div>
<div align="justify">
Quando si è nel punto di raccolta, evitare di parlare con i rappresentanti degli organi di informazione e dirottarli sul responsabile specifico; non contribuire a diffondere informazioni non verificate.</div>
<div align="justify">
NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI INCENDIO</div>
<div align="justify">
> Se l'incendio si è sviluppato nella stanza, uscite subito chiudendo la porta ed avvisando gli addetti al piano o il personale di vigilanza al numero xxxxxxxxx <br />> Se credete che vi sia un principio di incendio in un locale, non intervenite nè verificate, ma avvisate immediatamente gli addetti di piano o il personale di vigilanza al numero xxxxxxxxx <br />> In fase di preallarme, segnalatavi dagli addetti di piano, interrompete subito la vostra attività chiudete le finestre e preparatevi ad uscire dalla stanza. Non uscite sino a quando non sentite il segnale di allarme sonoro, non utilizzate i telefoni e prima di abbandonare eventualmente il locale spegnete le attrezzature elettriche. <br />> Quando sentite il segnale di allarme sonoro, uscite dalla stanza, verificando che nessuno rimanga nel locale, e recatevi alla più vicina uscita, seguendo l'apposita segnaletica e le indicazioni degli addetti (responsabili di sala, addetti presidio tecnico, etc) <br />> Se nel vostro locale è presente una persona in difficoltà (diversamente abile, ospite, colpita da attacco di panico), dovrete fornirgli assistenza. Non ostacolate l'uscita delle altre persone e non attardatevi lungo i corridoi o le scale. <br />> Non utilizzate gli ascensori. <br />> Se siete fuori dalla vostra stanza, ove scatti il segnale di preallarme (segnalato attraverso gli addetti) o di allarme (sirena di piano), non dovrete tornare nel vostro ufficio, ma recarvi presso un addetto di piano o comunque procedere alle fasi di evacuazione del piano. <br />> Se l'incendio è fuori dalla stanza ed il fumo rende impraticabili le scale ed i corridoi chiudete bene la porta e cercate di sigillare le fessure con panni possibilmente bagnati. <br />Aprite le finestre e, senza esporvi troppo, chiedete soccorso. Se il fumo non vi fa respirare, filtrate l'aria attraverso un fazzoletto, meglio se bagnato, e sdraiatevi sul pavimento (il fumo tende a salire verso l'alto).</div>
<div align="justify">
<em>Ultima revisione Dicembre 2008</em></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-90000296603407808962012-10-31T11:44:00.001+01:002012-10-31T15:16:51.776+01:00Eventi sismici<div align="justify">
<strong> </strong></div>
<div class="wlWriterEditableSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:30c01412-b9b6-4ffe-b89c-3924dc9f9ccd" style="display: inline; float: none; margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<strong> In caso di eventi sismici durante l'orario lavorativo è bene conoscere innanzitutto le norme e procedure che regolano a livello legale tali situazioni, in seguito un breve vademecum diramato dall'azienda.</strong><br />
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<strong>L’ articolo 18 del D.Lgs.81/08 impone come obbligo penale per datore di lavoro e dirigenti di:</strong></div>
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- designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza;</div>
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- adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;</div>
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- astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato;</div>
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- adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell'evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato: tali misure devono essere adeguate alla natura dell'attività, alle dimensioni dell'azienda o dell'unità produttiva, e al numero delle persone presenti.</div>
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<strong>L’articolo 43 del Decreto prevede poi come obbligo penale per datore di lavoro e dirigenti di:</strong></div>
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- organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell'emergenza;</div>
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- designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza;</div>
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- fare sì che i lavoratori addetti alla gestione delle emergenze siano formati, in numero sufficiente e dispongano di attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell'azienda o dell'unità produttiva;</div>
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- informare tutti i lavoratori che possono essere esposti a un pericolo grave e immediato circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare;</div>
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- programmare gli interventi, prendere i provvedimenti e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro;</div>
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- adottare i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell'impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili;</div>
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- astenersi dal chiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato.</div>
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<strong> Infine l’articolo 44 del Decreto definisce chiaramente i diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato:</strong></div>
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- il lavoratore che, in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, si allontana dal posto di lavoro o da una zona pericolosa, non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa;</div>
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- il lavoratore che, in caso di pericolo grave e immediato e nell'impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le conseguenze di tale pericolo, non può subire pregiudizio per tale azione, a meno che non abbia commesso una grave negligenza.</div>
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Quindi i lavoratori devono pretendere da datore di lavoro e dirigenti che:</div>
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- esista e sia a conoscenza di tutti i lavoratori (anche gli esterni) dell’ azienda il documento formale “Piano di emergenza”, comprendente anche le procedure e le misure di comportamento (cosa fare e cosa non fare) in caso di terremoto;</div>
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- siano designati i responsabili e gli addetti alla gestione dell’ emergenza, che devono gestire e coordinare tutte le azioni da intraprendere in caso di terremoto;</div>
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- sia possibile abbandonare il posto di lavoro in condizioni di sicurezza;</div>
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- non venga richiesto di rientrare nei luoghi di lavoro, se non dopo aver accertato tramite i Vigili del Fuoco o la Protezione Civile la sicurezza dei fabbricati, anche in vista di ulteriori scosse.</div>
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<strong>Anche nel caso di mancanza di una organizzazione aziendale della sicurezza, in caso di terremoto, i lavoratori devono:</strong></div>
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- al termine delle prime scosse (in cui devono pensare a ripararsi sotto tavoli, architravi, strutture portanti), anche se nessun responsabile dà l’ ordine di evacuazione, abbandonare immediatamente e senza indugi il fabbricato e portarsi a distanza di sicurezza (almeno 50 metri dallo stesso e da altri fabbricati;</div>
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- se non fanno parte delle squadre degli addetti alla gestione dell’ emergenza, non prendere nessuna iniziativa, ma pensare solo ad abbandonare (dopo le prime scosse) il posto di lavoro senza indugio e senza nessuna preoccupazione per danni a macchinari o beni aziendali;</div>
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- se fanno parte delle squadre degli addetti alla gestione dell’ emergenza, eseguire le azioni previste nel Piano di Emergenza, secondo la formazione ricevuta, ricordando comunque che non sono né Vigili del Fuoco, né infermieri professionisti;</div>
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- se il fabbricato ha subito danni anche lievi (crepe, vetri rotti, distacchi di intonaco, evidenti inclinazioni o flessioni delle strutture portanti, ecc.) non rientrare all’ interno dello stesso, nemmeno se lo chiede il capo o il datore di lavoro, a meno che non vi sia autorizzazione formale (scritta) da parte dei Vigili del Fuoco o della Protezione Civile;</div>
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- nel dubbio richiedere sempre l’ intervento dei Vigili del Fuoco o della Protezione Civile e non fidarsi di rassicurazioni generiche e non sopportate da fatti evidenti.</div>
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<img alt="AlmavivaContact" height="50" src="http://sindacatoasi.it/images/banners/AlmavivaContact.jpg" style="display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" width="182" /></div>
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<em>Comunicato di procedura aziendale diramato il 29 maggio 2012</em></div>
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Un terremoto normalmente si manifesta con una violenta scossa iniziale, seguita da alcuni momenti di pausa, con successive scosse di intensità normalmente assai inferiore a quella iniziale (scosse di assestamento/sciame sismico). <br />Anche queste ultime, comunque, possono essere estremamente pericolose in quanto possono causare il crollo di strutture lesionate dalla scossa iniziale [...]</div>
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> Nel caso di scossa iniziale di violenza tale da provocare subito crolli e/o evidenti lesioni strutturali e comunque in tutti i casi in cui non sia possibile abbandonare i locali entro pochi secondi (5-10 secondi al massimo), è fondamentale non sostare al centro degli ambienti e portarsi vicino alle pareti portanti dello stabile e, possibilmente, in aree di angolo con maggiore resistenza presunta; in alternativa, un riparo accettabile può essere offerto dalla scrivania o tavolo di lavoro. Evidentemente, i tempi ridottissimi di reazione all'evento e, pertanto, l'impossibilità oggettiva di una ricognizione preliminare dell'edificio atta a valutare la situazione determinatasi, rende assolutamente imprenscindibile la valutazione soggettiva dell'esistenza di condizioni idonee per l'abbandono dei locali.</div>
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> Solo quando le scosse telluriche siano di lieve intensità (non si verificano crolli) i lavoratori possono autonomamente procedere all'evacuazione dei locali, portandosi al di fuori dell'edificio in modo ordinato, utilizzando le regolari vie di esodo, escludendo l'uso degli ascensori.</div>
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> Per questo evento ovviamente non si deve attendere alcun avviso sonoro o vocale per attivare l'emergenza.</div>
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> Una volta al di fuori dello stabile, allontanarsi da questo e da altri vicini, portandosi in ampi piazzali lontano da alberi di alto fusto e da linee elettriche aeree e restare in attesa che l'evento venga a cessare.</div>
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> Nel caso in cui le scosse telluriche avessero comportato crolli significativi e/o compromesso in modo evidente la stabilità delle strutture, è preferibile evitare di spostarsi all'interno dei locali, ed attendere l'arrivo dei soccorsi, segnalando all'esterno, se possibile, la propria presenza.</div>
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> Durante le scosse telluriche allontanarsi da finestre, specchi, vetri, lampadari, scaffalature, apparecchi elettrici. Attenzione alla caduta di oggetti.</div>
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> Prima di abbandonare lo stabile, una volta terminata la scossa tellurica, sopratutto in condizioni di scarsa visibilità accertarsi con cautela se le regolari vie di esodo sono sicuramente fruibili (saggiando il pavimento, scale e pianerottoli appongiandovi prima il piede che non sopporta il peso del corpo e, successivamente, avanzando). In caso contrario attendere l'arrivo dei soccorsi esterni evitando di provocare sollecitazioni alle strutture che potrebbero creare ulteriori crolli.</div>
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> Spostarsi muovendosi lungo i muri, anche discendendo le scale.</div>
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> Se le condizioni ambientali lo consentono, può essere utile scendere le scale all'indietro; ciò consente di saggiare la resistenza del gradino prima di trsferirvi tutto il peso del corpo.</div>
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> Controllare attentamente la presenza di crepe sui muri, tenendo presente che le crepe orizzontali o che formano sulle pareti una X sono, in genere, più pericolose di quelle verticali.</div>
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> Non usare gli ascensori</div>
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> Non usare fiammiferi o accendini; le scosse potrebbero aver danneggiato le tubazioni di gas.</div>
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In caso di evacuazione, l'eventuale rientro all'interno dell'edificio deve essere comunicato dal responsabile/addetti per la gestione delle emergenze, previa verifica (dall'esterno) dell'assenza di crolli e/o evidenti lesioni strutturali.</div>
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In ogni caso, cautela, buonsenso e sopratutto assenza di panico, sono fattori fondamentali per ridurre il rischio di amplificare le conseguenze dell'evento.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-18540924085846017212012-10-31T11:37:00.001+01:002012-11-09T13:04:12.662+01:00Siamo tutti dipendenti di via lamaro<div align="justify">
A dirla tutta l'anno (il 2012) non era iniziato nel migliore dei modi, reduci da una cassa integrazione che aveva lasciato molti dubbi in testa si ricomincia con una solidarietà anche questa con tanti punti oscuri.</div>
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Alzi la mano chi non ha subito pensato che l'azienda voglia, per dirla in maniera corretta, "abusare" di alcuni strumenti messi a disposizione dello stato Italiano a proprio uso e consumo, si dice fra i denti, si pensa, ma alla fine se c'è crisi, c'è crisi e quindi meglio questo che altro... <br />Ma ovviamente la nostra azienda fa le cose in grande, quindi non ci facciamo mancare nulla, e l'altro (ovvero la perdita del posto di lavoro) arriva, non preoccupatevi. </div>
E si comincia da Roma, per la precisione da via lamaro, storicamente la spina nel fianco dell'azienda Almaviva Contact, per diversi e disparati motivi. <br />Da un lato il frazionamento sindacale, unica vera nota positiva, che nella sede Romana ha portato i CoBas all'affermazione come seconda forza alle ultime elezioni; dall'altro la spada di damocle della sede che non c'è, che non si riesce a trovare o per dirla sempre in maniera corretta, non si vuole trovare...<br />
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Con una manovra che da tempo era sotto gli occhi di tutti, ma che tutti hanno fatto finta di non vedere, si è cominciato a spostare parte delle commesse gestite verso siti "meridionalmente" più convenienti, con il beneplacido delle sigle confederali, che mai hanno trovato da ridire nulla, per arrivare dunque alla fine di agosto con la temuta comunicazione che molti avevano già immaginato, ovvero cassa integrazione per chiusura attività.</div>
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Molti non ci fanno caso, ma mi sono sempre chiesto, se l'azienda alla quale facciamo capo, ovvero Almaviva Contact, è una ed una sola (fino a prova contraria), per quale oscuro ed arcano motivo ogni singola sede produttiva viene gestita come realtà a se stante? <br />Mi spiego meglio se un'azienda che ha diverse filiali o sedi, chiamatele come volete, ne chiude una per i motivi più disparati, non funziona, costa troppo, i locali non sono adeguati etc etc, per quale motivo i dipendenti di quella sede e solo loro devono subirne le conseguenze? <br />Solitamente i dipendenti di quella sede vengono trasferiti o destinati ad altre mansioni, per quale motivo allora il ccnl dovrebbe dedicare un intero capitolo alla questione "trasferimenti"? <br />Se il ragionamento è quello della permanenza in un servizio, allora diventa una sorta di roulette russa, ovvero se ti trovi in quella specifica commessa sei fuori o altrimenti sei salvo, a questo punto, se questa è la logica, si capisce benissimo per quale motivo in azienda esistono gli amici degli amici, che vengono trasferiti di volta in volta in determinati servizi, e quindi si capisce finalmente la reale funzione delle sigle sindacali presenti...</div>
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Legalmente parlando la Cassa Integrazione deve essere approvata dalla maggioranza delle sigle sindacali <em>(rif. art. 5 L. 20 maggio 1975, n164; DPR 10 giugno 2000, n,218 e Ministero del Lavoro, circolare 20 settembre 200, n.64</em>), ricordatevelo e ricordatelo a tutti quegli esponenti che gridano alla lotta ed alla rivoluzione ma che poi andranno a firmare con tanto di giacchetta e scarpe tirate a lucido al ministero del lavoro, perchè hanno loro in mano il potere di negare questo scempio e bloccare tutto fino a quando non verrà trovata una soluzione consona per i lavoratori. <br />Per quanto riguarda l'azienda ben poco da aggiungere, mai come ora diventa palese come la logica dell'ultraprofitto a tutti i costi viene utilizzata in barba alle leggi di tutela, alle consuetudini ed all'etica del lavoro. <br />L'ultimo comunicato dove si afferma la messa in cig di quasi l'intero sito di via lamaro, come sempre è un concentrato di mezze verità e moniti più o meno velati.</div>
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<em>"Chiudiamo perchè non si riesce a cavarne un ragno dal buco, avremmo potuto tagliare i cordoni oggi stesso, ma vi teniamo in vita con una cassa integrazione (sperando che la cosa non sia fatta a favore di qualcuno), ma sopratutto attenzione agli altri siti che leggono (comunicato diramato in tutte le sedi), perchè stiamo facendo questo per non chiudere anche tutte le altre sedi, togliamo la mela marcia affinchè l'albero continui a vivere, quindi in definitiva (Marchionne secondo Crozza) non voglio che mi si dica grazie"</em></div>
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Il dividi et impera continua ad essere applicato alla lettera come unica filosofia imprenditoriale, ragazzi svegliatevi <strong>SIAMO TUTTI DIPENDENTI DI VIA LAMARO.</strong></div>
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<em>Salvo Montevago</em></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-17723251188643234852012-10-31T11:34:00.001+01:002012-10-31T15:14:10.732+01:00Il Punto<div align="justify">
Cassa Integrazione, timbratura alla postazione, smaltimento su indicazione aziendale del 50% dei permessi, controllo a distanza del lavoratore, maggiore ed indiscriminata flessibilità lavorativa, che dire come inizio anno non è niente male, il 2012 non poteva cominciare nel migliore dei modi...</div>
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Non entro neanche nel merito delle ultime vicissitudini sindacali che sono sotto gli occhi di tutti, a dir poco da rabbrividire, assemblee nulle, capacità di tutela zero, linee comuni neanche a parlarne, ma cercherò di sviluppare insieme a voi un paio di concetti che in tutto il bailamme di strumentalizzazione, informazioni parziali o mancanti, clima terroristico in azienda, si è evitato di analizzare.</div>
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Iniziamo col dire che anche se a molti può sembrare inopportuno quello che stiamo vivendo in questi giorni potrebbe configurarsi come reato di “<a href="http://sindacatoasi.it/informazioni-utili1/81-mobbing.html">mobbing collettivo</a>”, colleghi che non riescono a svolgere le più elementari funzioni lavorative, altri che (non credete sia una invenzione) non riescono a chiudere occhio la notte, preoccupati ed angosciati dallo stato di futuri licenziamenti collettivi, come artatamente e senza fondamento documentale alcuno, viene propinato in giro per i corridoi aziendali.</div>
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I dipendenti di quest’azienda sono <strong>ESSERI UMANI</strong>, anche se qualcuno molto spesso volutamente tende a dimenticarlo, e se di crisi si deve parlare, se di misure drastiche bisogna discutere, occorre farlo con intelligenza, ponderazioni ma soprattutto con il rispetto dovuto alle migliaia di colleghi che passivamente (per adesso) rimangono in attesa degli sviluppi di quest’altra manovra aziendale.</div>
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I lavoratori hanno mandato avanti "la baracca" per più di 10 anni nella sola sede di Palermo, certo con alti e bassi, con momenti di fortuna e altri di depressione, ma dopo 10 anni continuano ad essere qui, a mandare avanti il tutto, e quindi il minimo sindacale (scusate il francesismo) in termini di tutela e riconoscimento gli è dovuto, non è possibile continuare a considerare i lavoratori di questa azienda come "pesi" da dover scaricare alla prima occasione, e se anche queste (voglio sperare) non siano le intenzioni, nulla viene fatto per dimostrare il contrario.</div>
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Non è possibile continuare con questo atteggiamento che non tiene per nulla conto delle esigenze psico-economiche dei lavoratori tutti.</div>
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A.Lindenberg, grande imprenditore (sconosciuto ai molti) era solito affermare “Un rapporto cordiale (…) obbliga che la prassi quotidiana nel luogo di lavoro sia animata dalla fiducia e dal mutuo rispetto. Entrambe le parti devono sentire che condividono comuni ideali e lavorano per un comune scopo (…) E’ diretta responsabilità dell’ imprenditore creare un ambiente di questo genere ”.</div>
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Mai ragionamento fu tanto aderente ed esplicativo della situazione che stiamo attraversando.</div>
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Altra nota dolente di tutta questa situazione è data dalla unilateralità e subitaneità della manovra aziendale, in termini più abbordabili, io decido e faccio!</div>
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La mentalità imprenditoriale di una volta sicuramente era più attiva, pulita e responsabile di quella odierna, si apprezza lo sforzo della nostra dirigenza nel volersi rifare ad una mentalità per dirla in maniera semplice “all’antica” peccato però che abbia letto solo il secondo tomo dell’imprenditore del secolo scorso, ovvero “rapporti con i lavoratori”...</div>
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Quando si riuscirà ad avere la possibilità di poter “ragionare” e discutere in maniera seria ed intelligente, sui problemi che possono in maniera più o meno incisiva affliggere il mercato ai giorni d'oggi, e sempre quando si avrà la possibilità di farlo per tempo e con micromanovre che peserebbero in maniera marginale sulle spalle dei lavoratori?<strong></strong></div>
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Sicuramente sbaglierò nella mia considerazione ma a me pare che la storia si ripeta, <strong>"<a href="http://sindacatoasi.it/primopiano1/117-qual-e-il-futuro.html">Qual è il futuro?</a>"</strong></div>
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<em>Salvo Montevago</em></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-507113962377751122012-10-31T11:33:00.001+01:002012-10-31T15:17:22.442+01:00I nuovi missionari<div align="justify">
Cos'è il sindacato? <br />Cos'è la Chiesa? <br />Cos'è lo Stato? <br />Cos'è un partito politico? <br />Sono tutte entità, nomi che diamo ad una aggregazione di unità, di persone. <br />Molto spesso quando parliamo di aggregazione di persone, almeno per non incorrere in una anarchia completa, si rende necessaria una suddivisione dei compiti, una sorta di gerarchizzazione dei ruoli, abbiamo uno o più "capi", differenti intermediari ed una base che muove le "ruote". Questa organizzazione è alla base di ogni comunità di uomini e donne, o almeno ad oggi è quella che abbiamo accettato, dandola per certa, tale organizzazione si ripete ovunque ci siano più persone, in azienda, nei club, nelle associazioni ed ovviamente anche nelle su citate organizzazioni. <br />Ogni elemento di un insieme, svolge le proprie mansioni, con più o meno voglia, più o meno passione, rivedendosi negli ideali, nei progetti e nelle finalità che dovrebbero essere comuni e che hanno ispirato la creazione di quel gruppo di riferimento. <br />Le linee guida di una qualsiasi organizzazione, vengono dettate dai "capi" temporanei, e tutto quello che sta sotto in linea di massima dovrebbe seguire tali direttive. <br />Ma se io facente parte di quella organizzazione non condivido le scelte, che molte volte non comprendo, dei piani alti quali alternative ho? <br />Mollo tutto... <br />Beh non è sempre facile a dire il vero, se io non dovessi condividere le scelte del mio datore di lavoro, nella fattispecie, quali alternative avrei?, le dimissioni?, probabilmente in un altro paese potrei permettermelo, in Italia no... </div>
Se un credente non condividesse le scelte e le dichiarazioni dei capi della chiesa, cosa farebbe? cambierebbe religione, qui andiamo sul metafisico (forse probabilmente questo è uno dei motivi per i quali la chiesa continua ad esistere!) <br />Se io semplice RSU, non dovessi condividere le scelte del mio direttivo sindacale, quali alternative avrei? distaccarmi dalla mia sigla di riferimento, ovvio! <br />Cosa perdo?, beh perdo ovviamente la possibilità di far presente all'interno dell'organizzazione il mio punto di vista, ma se anche quando ne rimarrei dentro, il mio punto di vista non venisse considerato, ed anzi messo in un angolo in favore di scelte diverse dei capi, qual'è il motivo che mi spinge per lottare in una causa dove nessuno mi ascolta??? <br />A questo punto, mi chiedo, dobbiamo paragonare quasi tutte le singole rappresentanze dei lavoratori ai vari missionari di antica memoria, che andavano avanti nonostante il vaticano (cfr. Jovanotti), oppure condividono le scelte ognuno per suo conto della propria sigla?<br />
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<em>Salvo Montevago</em></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174062169565505716.post-20401803990959547582012-10-31T11:31:00.001+01:002012-10-31T11:31:07.231+01:00Omicidio sociale<p align="justify">All'alba si parte con le faccende di casa; alle 7 è tutto pronto per il pranzo e per la cena. Una ragazza madre deve ingegnarsi per vivere e laddove non ci sono risorse e tempi, deve essere capace di ottimizzare ogni cosa. Alle 7.45 io e Marco abbracciamo la nuova giornata. Lo accompagno a scuola e lui, con la faccia sgrunt, ancora di cuscino, bofonchia qualcosa qua e la.</p> <p align="justify">Marco ha 10 anni, non può tornare a casa da solo e mi aspetta all’interno dell’edificio; ha già imparato il senso del sacrificio, della rinuncia e della responsabilità.  Mi consola che alla loro età certe cose hanno un peso relativo.</p> <p align="justify">Finisco di lavorare e lo raggiungo. Marco guarda fuori, lo trovo affacciato alla piccola finestra all’angolo della strada, accanto alla signora Matilde che teneramente lo accudisce. Eccoci! Non ci sono macchinoni ad attenderlo, niente SUV, arrivo io, un po’ impacciata, con la mia panda “scassata” e un rumore da competizione.</p> <p align="justify">Lui mi vede e sorride. Io mi fermo e lo guardo. In un attimo, tutte le brutture della giornata, scompaiono. <br />Rientro a casa con mille pensieri. Il lavoro mi preoccupa e psicologicamente mi debilita. Sono stanca di subirne il peso. Stanno mortificando la vita e la dignità di tante persone oneste a cui hanno rubato la speranza di un futuro.  Adesso anche il licenziamento per “motivi economici”! Un omicidio sociale. Questa Italia mi ha tediato, con le promesse visionarie dei politici e l’avidità dei potenti.</p> <p align="justify">Sono fortunata e non perché lavoro, ma perché respiro, perché sento e penso, perché mi nutro dell’amore per mio figlio. Le prospettive future non esistono, allora a malincuore mi rassegno, e cerco di farmi bastare seicentocinquantaeuro per un mese. Ho una casa piccola, ma è mia. Ho una macchina scassata, ma cammina. Non possiedo tutti gli aggeggi con la I, I-phone, I-pad, I-pod, mi basta uno sgangherato telefono che svolge discretamente bene il ruolo per cui è nato. Sono però consapevole dell’import <div style="padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: inline; float: none; padding-top: 0px" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:ecf16c34-8b3f-4df8-8a17-07a6c376c346" class="wlWriterEditableSmartContent">Tag di Technorati: <a href="http://technorati.com/tags/omicidio+sociale" rel="tag">omicidio sociale</a>,<a href="http://technorati.com/tags/editoriale" rel="tag">editoriale</a></div> anza di Internet e sicuramente l’avrei attivato se non avessi avuto la possibilità di scroccarlo alla vicina ignara. Io e Marco ringraziamo.</p> <p align="justify">E’ pomeriggio, Marco dorme e io faccio ripetere la lezione di geografia ai ragazzi del doposcuola. E’ stancante ma necessario per arrivare a fine mese. Finalmente finiamo. <br />La cena è da scaldare. Marco mi guarda e mi dice che… se fosse possibile… vorrebbe la pizza. Lo abbraccio e gli sorrido. In un attimo, farina acqua e lievito e pochi gesti per godere della contentezza regalata da un “si va bene”.</p> <p align="justify"> </p> <p align="justify"><em>Elena</em></p> Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02455339801138624552noreply@blogger.com0