Shadowbox Effect
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                                                         La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.
                                                        John Maynard Keynes
 
                              

Il Punto

Unknown | 11:34 | 0 commenti

Cassa Integrazione, timbratura alla postazione, smaltimento su indicazione aziendale del 50% dei permessi, controllo a distanza del lavoratore, maggiore ed indiscriminata flessibilità lavorativa, che dire come inizio anno non è niente male, il 2012 non poteva cominciare nel migliore dei modi...
Non entro neanche nel merito delle ultime vicissitudini sindacali che sono sotto gli occhi di tutti, a dir poco da rabbrividire, assemblee nulle, capacità di tutela zero, linee comuni neanche a parlarne, ma cercherò di sviluppare insieme a voi un paio di concetti che in tutto il bailamme di strumentalizzazione, informazioni parziali o mancanti, clima terroristico in azienda, si è evitato di analizzare.
Iniziamo col dire che anche se a molti può sembrare inopportuno quello che stiamo vivendo in questi giorni potrebbe configurarsi come reato di “mobbing collettivo”, colleghi che non riescono a svolgere le più elementari funzioni lavorative, altri che (non credete sia una invenzione) non riescono a chiudere occhio la notte, preoccupati ed angosciati dallo stato di futuri licenziamenti collettivi, come artatamente e senza fondamento documentale alcuno, viene propinato in giro per i corridoi aziendali.
I dipendenti di quest’azienda sono ESSERI UMANI, anche se qualcuno molto spesso volutamente tende a dimenticarlo, e se di crisi si deve parlare, se di misure drastiche bisogna discutere, occorre farlo con intelligenza, ponderazioni ma soprattutto con il rispetto dovuto alle migliaia di colleghi che passivamente (per adesso) rimangono in attesa degli sviluppi di quest’altra manovra aziendale.
I lavoratori hanno mandato avanti "la baracca" per più di 10 anni nella sola sede di Palermo, certo con alti e bassi, con momenti di fortuna e altri di depressione, ma dopo 10 anni continuano ad essere qui, a mandare avanti il tutto, e quindi il minimo sindacale (scusate il francesismo) in termini di tutela e riconoscimento gli è dovuto, non è possibile continuare a considerare i lavoratori di questa azienda come "pesi" da dover scaricare alla prima occasione, e se anche queste (voglio sperare) non siano le intenzioni, nulla viene fatto per dimostrare il contrario.
Non è possibile continuare con questo atteggiamento che non tiene per nulla conto delle esigenze psico-economiche dei lavoratori tutti.
A.Lindenberg, grande imprenditore (sconosciuto ai molti) era solito affermare “Un rapporto cordiale (…) obbliga che la prassi quotidiana nel luogo di lavoro sia animata dalla fiducia e dal mutuo rispetto. Entrambe le parti devono sentire che condividono comuni ideali e lavorano per un comune scopo (…) E’ diretta responsabilità dell’ imprenditore creare un ambiente di questo genere ”.
Mai ragionamento fu tanto aderente ed esplicativo della situazione che stiamo attraversando.
Altra nota dolente di tutta questa situazione è data dalla unilateralità e subitaneità della manovra aziendale, in termini più abbordabili, io decido e faccio!

La mentalità imprenditoriale di una volta sicuramente era più attiva, pulita e responsabile di quella odierna, si apprezza lo sforzo della nostra dirigenza nel volersi rifare ad una mentalità per dirla in maniera semplice “all’antica” peccato però che abbia letto solo il secondo tomo dell’imprenditore del secolo scorso, ovvero “rapporti con i lavoratori”...
Quando si riuscirà ad avere la possibilità di poter “ragionare” e discutere in maniera seria ed intelligente, sui problemi che possono in maniera più o meno incisiva affliggere il mercato ai giorni d'oggi, e sempre quando si avrà la possibilità di farlo per tempo e con micromanovre che peserebbero in maniera marginale sulle spalle dei lavoratori?
Sicuramente sbaglierò nella mia considerazione ma a me pare che la storia si ripeta, "Qual è il futuro?"
Salvo Montevago

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