Shadowbox Effect
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                                                         La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.
                                                        John Maynard Keynes
 
                              

Smontiamo i “fancazzisti”

Unknown | 23:33 | 0 commenti

400_fancazzisti Do ut des, quante volte abbiamo sentito questa espressione latina. Letteralmente: «io do affinché tu dia».
23 Gennaio 2012. Le giornate trascorrono “silenziose”. Nessun comunicato ufficiale sulle sorti del progetto pilota SKY che doveva terminare a Dicembre. Nessuna considerazione per quelle persone che attendono ancora di sapere se dovranno rassegnarsi al privilegio, già sperimentato, di gestire maggiori privazioni e maggiore stress.
Do ut des: «io do affinché tu dia». Ma qual è l’unità di misura di tale scambio? Qualunque sia, non è equamente distribuita.
Ci sono colleghi con una completa dedizione al lavoro, che osservano in maniera incondizionata e scrupolosa le direttive aziendali. Non sono né ciechi, né stupidi. Sono responsabili, sono persone per bene. Lavorano.
Altri che… chissenefrega, tanto non mi butteranno mai fuori e l’azienda non chiuderà mai. Quelli che… bla bla bla, che si lamentano, che puntano il dito sugli altri, che hanno la polemica facile per ogni cosa. Si, mi riferisco a quelli che si riconoscono da soli la legge 313, la 313bis, più la consueta legge 626. Quelli che nelle restanti ore di lavoro, hanno già le corde vocali in fiamme e osservano, in rispetto alla loro salute, un rigoroso silenzio.
E mentre loro si cautelano, il collega che lavora sente l’ulcera avanzare verso l’insana voglia di mandare all’aria cuffia, postazione, clienti, superiori e soprattutto te caro collega, che del lavoro degli altri te ne freghi e continui fiero per la tua strada. E mentre scrupolosamente osservi il silenzio, il collega che sta accanto, che lavora sul serio, subisce un attentato alla propria salute, e oltre al delirio ordinario, deve gestire anche il tuo “fancazzismo”! E dire che quel silenzio... lo sentono in molti.
Da anni si sperimentano interventi di recupero. 
Errata corrige: per anni… “nessuno” si è interessato del fenomeno. Si, bisogna essere veramente dei fenomeni!!
D'un tratto dal cilindro, interventi improvvisati. Peccato diano l’impressione di colpire e mortificare ancora una volta, la gente che lavora. Sarà solamente impressione?
E nell’attesa di un luminare intervento, “qualcuno” sfila nei settori con aria cupa, portando seco un messaggio di guerra: aperta la caccia all’uomo!!
Passano anche dalla postazione, lasciano un cartaceo con le direttive da seguire e segnano nome e cognome per presa visione. Ehm… sono compiti per casa? Questo lavoro diventa veramente impegnativo!
Ci sono persone che si logano (in gergo mettersi in linea per ricevere le chiamate) nei tempi previsti, rispettano le pause riconosciute, fanno amicizia con i clienti come fossero parenti lontani; sono “presenti” in azienda, sempre. A volte si strozzano in linea mentre bevono un sorso d’acqua; se devono starnutire o tossire ricorrono alle manovre da manuale delle giovani  marmotte per non farsi sentire dal cliente. MAI riconoscimenti e incentivi per questi “ottimi lavoratori”! Si chiamano CANVASS. Significa: VENDI.
Questi colleghi non sono certo perfetti o ineccepibili. E non vorremmo fossero tali. Sono persone comuni e se sbagliano lo fanno in buona fede, perché umanamente, diciamolo pure, è da manicomio allinearsi a tutti i parametri richiesti.
Nel bene di tutti, sarebbe auspicabile, oggettivamente urgente e necessario, ideare un piano di intervento serio, per recuperare la gente che in maniera “cronica” non svolge il proprio lavoro e fa il parassita dell’operato altrui. La soluzione non può risolversi nell’azione scellerata di spremere sempre gli stessi, facendo leva sul loro senso del dovere. 
I risultati a cui portano tali interventi, anche se immediati, sono una chimera e non rappresentano soluzioni a lungo termine (dire lungo mi sembra quasi spregiudicato in questo periodo).
Quali sono i nuovi limiti? Definiteli voi. Se siete certi di svolgere nel migliore dei modi il vostro lavoro (difficile oggi senza rischiare un ricovero coatto in psichiatria), definiteli voi. Quando li avrete stabiliti, condividete la scoperta così da aggiornare i nuovi parametri di tollerabilità e professionalità, perché i consueti, i vecchi, sono finiti nell’ oblio come una versione fuori produzione.
23 Gennaio 2012

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